Il documentario “The social dilemma” di Netflix è un fake

Il documentario "The social dilemma" di Netflix è un fake!

Lo vedi? Il titolo che ho usato per questo articolo è un classico esempio di clickbait, messo lì per generare emozioni, non importa cosa c'è scritto nel testo, conta solo il click, generalmente viene utilizzato per avere introiti pubblicitari.

A me serve per introdurre il tema che voglio trattare augurandomi che tu voglia leggere fino in fondo.

Nei giorni scorsi una persona a me cara, Federica Fraschini, mi ha suggerito di vedere questo docufilm prodotto da Netflix, cliccando qui vedi di cosa si tratta.

In questo lavoro, si parla, come si legge nell'intro, dell'influenza pericolosa dei social network raccontata da alcuni esperti di tecnologia che lanciano l'allarme sugli strumenti che loro stessi hanno contribuito a creare.

Le due risposte:

Guardando questo documentario si possono avere due risposte opposte tra loro:

E' un documentario scontato, pieno di cose note che non aggiunge niente di interessante a quello che tutti sanno.

E' un documentario sconvolgente, che ci apre gli occhi su un mondo sconosciuto e ci aiuta a proteggerci da quello che potrebbe succederci.

Sono ambedue valide:

La prima verrà data dagli addetti ai lavori, da chi si occupa di marketing e di comunicazione che sa esattamente lo scopo per cui sono nati i social network, come si sono evoluti nel tempo e l'implicazione sociale ed etica che comportano. Questa categorie di persone è la minoranza degli utenti.

La seconda verrà data da miliardi di persone che, inconsapevolmente, pensano che i social network siano degli strumenti ludici che ci permettono di fare tante cose carine in modo gratuito.

Questa categorie di persone è la maggioranza degli utenti e dovrebbe informarsi, perché ne ha la possibilità, indipendentemente da questo documentario, solo che non lo farà! La manipolazione delle masse si rivolge ovviamente a tutti noi, ma principalmente a questa fascia di persone.

Per questo motivo, questo documentario va visto da tutti, perché solo la conoscenza ci permette di fare scelte ponderate.

Il parco giochi di ogni pubblicitario

E' quello che sono i social.

Fin dalla notte dei tempi la pubblicità vuole condizionare le nostre scelte: messaggi subliminali, spot martellanti e insinuanti, miliardi spesi dalle grandi aziende per essere presenti su tutti i media, nei cartelloni per la strada, nei gadget, eventi e chi più ne ha più ne metta. E' sempre stato così e cosi sarà sempre.

La pubblicità massiva serve a influenzare le masse e nonostante noi, singolarmente, diciamo di non essere influenzabili se abbiamo sufficiente onestà intellettuale, sappiamo che non è vero.

Tutti, chi più, chi meno, siamo sensibili a determinati messaggi e siamo influenzabili.

Il business del marketing e della pubblicità si basa su questo: fare in modo che tu, sulla base dei messaggi che ricevi da me, mi scelga rispetto ai concorrenti.

Per noi marketer l'avvento dei social è stato come entrare nel paese del bengodi: passare da uno strumento, i media tradizionali, in cui potevamo parlare "da uno a molti" senza avere riscontri diretti, a uno strumento in cui possiamo parlare in modo diretto, a te, a te, a te, personalmente e sapere, cosa guardi, quando lo guardi, per quanto tempo lo guardi e quali sono le tue preferenze.

Un salto quantico per noi marketer: avere in tempo reale i dati delle nostre campagne e il comportamento degli utenti che ricevono i nostri messaggi. Possiamo modificare i messaggi, renderli più persuasivi, sapere quando funzionano e quanto no.

Ti rendi conto della potenza di questo strumento?

Con l'avvento dei social network, però, con mezzi di comunicazione di massa a basso costo oltre che influenzabili siamo diventati manipolabili.

La sfera d'influenza di un social network non rimane nell'ambito commerciale, ma si sposta nel privato, nella vita, nelle scelte ma il meccanismo è sempre uguale, una statistica prevedibile e indirizzabile.

E' un fatto, ed è così, per questo il documentario va visto, soprattutto da chi si sta stupendo di quello che legge in questo articolo.

I social network sono gratis per gli utenti

E' incredibile come la maggior parte della gente pensi che il titolo di questo paragrafo sia vero. La maggior parte degli utenti pensa che l'utilizzo dei social sia gratis.

Non è vero.

Una cosa è certa: se qualcosa su internet è gratis, il prodotto siamo noi.

Noi che forniamo i nostri dati, le nostre storie, le nostre vite, le nostre connessioni, le nostre preferenze al social che li rivende agli inserzionisti che ci propongono prodotti e fino a qui non ci sarebbe niente di male, è un business.

In realtà questi dati diventano disponibili anche per altri scopi, come nel documentario è ben descritto, ma perché succede? Sappiamo come funziona un social network?

Non ti muovere, stai qui con me

Un social network è progettato e sviluppato per fare in modo che ognuno di noi passi più tempo possibile sul social, non sia preso dalla tentazione di andare da altre parti, solo in questo modo il social ha la garanzia che i messaggi pubblicitari vengano visti e diffusi con continuità.

Come fa a tenerci incollati sulla sua piattaforma?

Nessuno, di noi umani, conosce gli algoritmi di funzionamento dei social che cambiano continuamente, non so nemmeno se li conoscono nella loro interezza i protagonisti del docufilm di netflix, ma una cosa è certa: il social network ci fa vedere quello che pensa ci faccia piacere vedere.

Il suo scopo è blandirci e soddisfarci per cui, scandagliando la rete ci propone messaggi, amicizie e connessioni che secondo lui ci piaceranno, non è un nostro nemico, cerca di fare il nostro bene: farci star bene e rilassarci, divertirci e leggere e guardare i messaggi pubblicitari.

Per questo ci proporrà gente che la pensa come noi, che ha idee politiche simili alle nostre, gusti come i nostri, nevrosi simili alle nostre, aiutandoci a creare un gruppo di pari che è molto simile a un ecosistema chiuso.

Io immagino il social network come un enorme matrix dove io e il mio vicino di sedia siamo nello stesso universo ma in mondi paralleli ognuno personale e dove, forse, se collimano i nostri interessi, ogni tanto ci incontriamo.

Fantasia? No, è la realtà raccontata dal docufilm ed è assolutamente reale.

Come funzionano le connessioni?

Io non ho la scienza in tasca e nemmeno le risposte giuste ma so una cosa: bisogna allargare i propri orizzonti, più la nostra rete sociale è piccola più siamo influenzabili.

Prendiamo Facebook, il social network attualmente più diffuso.

Su FB si possono avere al massimo 5.000 amici, che è un bel numero, la media degli amici di ognuno di noi, in Italia siamo circa ventisette milioni su FB, è però solo di circa 300 - 400 amici.

Se non ci credi fai un giro per le bacheche dei tuoi amici e verifica.

Significa che con pochi amici diventiamo veramente un piccolo ecosistema popolato di persone che come noi, sono amanti dei gattini, o delle motociclette sportive, o delle idee estremiste ed è sufficiente che uno di noi instilli cose interessanti per il nostro gruppo, per trovare approvazione, consenso e certezza di verità.

Più piccolo è il nostro ecosistema personale più siamo attaccabili rischiando di prendere per vere delle bufale o della fake news: piccoli gruppi che credono le stesse cose e che sono convinti delle loro verità.

Per questa tipologia di persone il loro gruppo di pari è generalmente l'unica fonte di informazione.

In questi cluster di utenti, che sono la maggioranza presenti sui social, la nostra cerchia di amici, la pensa come noi, ha gli stessi valori o disvalori, ha le stesse credenze e si informa allo stesso modo.

Come difendersi?

L'unico modo per difendersi, sapendo comunque che in una certa misura saremo comunque sottoposti ad azioni di manipolazione, è quello di adottare alcune linee di condotta.

Quelle che troverai qui sotto sono le mie contromisure, non sono né la legge né la verità, sono le cose che faccio io e che ritengo mi stiano permettendo di utilizzare con grande profitto i social per la mia attività professionale ma mi permettono anche di utilizzarli in modo ludico senza diventarne troppo succube.

I miei suggerimenti:

  • Allarga la tua cerchia di amicizie a persone che non la pensano come te, a persone che hanno idee politiche diverse dalle tue, hobby diversi dai tuoi, credono a religioni diverse. Va fatto perché il mondo è così e i social devono essere uno specchio del mondo non un luogo fatato dove tutti ci danno ragione.
  • Non entrare mai in discussioni alzando i toni e alzando la voce e banna chi lo fa o prova a farlo sul tuo profilo: il nostro profilo è comunque un luogo privato, e io non tollero le intolleranze, nemmeno di chi la pensa come me. Sono sui social fin dalla loro comparsa nel 2008 e mi sono trovato a bannare persone che avevano le mie stesse idee e combattevano le mie stesse cause semplicemente perché erano violenti e aggressivi. Accetta il dialogo e anche il contrasto ma non accettare o alimentare mai la violenza.
  • Quando pubblichi qualcosa di pesante sui social anche a proposito di qualcuno, a me succede, fatti questa domanda:"Quello che sto pubblicando ora, al sicuro dietro la mia tastiera, se avessi davanti a me le persone fisicamente, lo direi ugualmente?". Ti accorgerai che soprattutto per le cose più violente e offensive, non avresti il coraggio di farlo di persona. Quindi, non facciamo i leoni da tastiera, evitiamo di renderci ridicoli e comportiamoci da persone intelligenti, ce la possiamo fare.
  • Quando leggo sui social una notizia la verifico, sempre, soprattutto se tocca le mie emozioni e i miei valori. Non mi fido mai di quello che vedo scritto sui social, nemmeno se lo scrive un amico che conosco personalmente. Oggi è abbastanza semplice verificare le notizie. Facciamolo. Adottare questa semplice tecnica mi ha evitato tantissime brutte figure, raramente casco nell'inganno della fake news non perché sono più bravo di qualcun altro ma semplicemente perché cerco verifiche su più fonti. Leggendo anche i punti di vista di chi non mi piace e non la pensa come me.
  • Non accetto mai di mettere mi piace a nessun gruppo o pagina che FB mi propone. Mai. Se tu sei interessante per me o se mi interessano dei temi faccio io le mie ricerche. Questo non mi mette al sicuro dai problemi certamente, ma mi aiuta dal punto di vista delle scelte.
  • Quando qualcuno ti contesta, sii educato, tieni la discussione a un livello cortese, confrontati senza problemi ma non cadere nelle provocazioni. Se ti accorgi che la persona è un provocatore, avvisalo, mettilo in guardia sul suo comportamento e poi, se non rientra nei canoni di una normale discussione bannalo senza problemi.

Sono piccole regole di buon senso, niente di speciale, applicabili da chiunque.

I social network e la rete hanno cambiato il modo in cui noi umani comunichiamo, ci connettiamo, discutiamo e impariamo, è un fatto.

Non è necessariamente obbligatorio farsi manipolare passivamente come paventa il documentario di Netflix, ma, come tutte le cose che ricadono sotto il nostro libero arbitrio, dipende ancora una volta da noi decidere se esercitare il nostro diritto critico di scelta o subire passivamente tutto quello che ci vogliono far entrare in testa.

Il mantra di questo post è: ilgrandefratellosiamonoi

Per oggi è tutto.

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