Il dramma di noi marketer è che ai clienti non piace quello che piace a noi!

Il dramma di noi marketer è che ai clienti non piace quello che piace noi.

Eppure, quante volte facciamo il grave errore di fare campagne che piacciono a noi o lanciare messaggi ai quali noi risponderemmo: peccato che ai clienti e al mercato di quello che piace a noi non può fregare di meno.

È difficile

È difficile riuscirsi ad estraniarci da quello che piace a noi e fare esperimenti o tentativi ponderati, anche con azioni o canali che noi, personalmente non useremmo, ma va fatto.

Ti racconto questa storia che condivido sempre con chi partecipa ai miei corsi di marketing:

Immagina di andare a pesca e, con l'idea di procacciarti un grande bottino, per essere sicuro che i pesci abbocchino pasturi e metti come esca il cibo che piace a te, quello che più ti attirerebbe. Nel mio caso: gricia, amatriciana, un buon prosecco, formaggi puzzolenti e perchè no anguria e melone.

Intristito, dopo ore di inutili tentativi e nessun pesce nel secchio, probabilmente ti mangeresti tutto l'armamentario di esche che ti sei portato chiedendoti com'è possibile che i pesci non abbocchino con tanto bendidio.

E se invece di metterci quello che piace a te, sull'amo, ci inizi a mettere dei bei vermi grassi e succosi che a te fanno tanto schifo ma ai pesci piacciono assai?

Lo so, la storia è surreale, ma il paragone regge.

Ostinarci a fare campagne di pancia, escludendo tutto quello che non ci piace "perchè non funziona" è il peccato capitale del marketer.

Il marketer deve astrarsi

Noi marketers dobbiamo riuscire ad astrarci da quello che piace a noi e lavorare con quello che ci raccontano i dati, non con quello che ci racconta la pancia, altrimenti rischiamo davvero di cercare di pescare mettendo sull'amo prosecco e gricia.

Chi l'ha detto che non funziona? Se lo dicono i dati e se i dati hanno una profondità temporale sufficientemente lunga allora è vero, non funziona e non facciamolo, ma se lo dicono le sensazioni o la nostra immaginazione, insistiamo.

Il marketer deve astrarsi e sfruttare l'80% del tempo del suo lavoro noioso e frustrante ad analizzare i dati che gli permetteranno di fare campagne "notevoli", coinvolgenti ma soprattutto differenti da quelle dei concorrenti.

Notevoli e differenti

Viviamo in un mercato di aziende "anch'io": il mio concorrente fa una promo? La faccio anch'io. Il mio concorrente fa un evento al polo nord? Lo faccio anch'io (potendomelo permettere), il mio concorrente esce con dei gadget? Dai, usciamo anche noi.

Lo scrivo da decenni: siamo in un mercato di aziende simili, con prodotti simili, prezzi simili e proposte simili, nel mondo dell'uniformità e della noia, l'unico modo per distinguersi è essere notevoli.

Per notevole si intende:degno di essere notato, visto, attenzionato.

Non significa "famolo strano" ma significa osare, uscire dagli schemi, guardare cosa fanno altri settori e altri mercati e sperimentare, rischiare anche qualche errore ma mettere in piedi delle strategie che i nostri concorrenti non utilizzano o che utilizzano poco.

Così facendo falliremo

No, non scherzo, facendo cose strane, diverse e notevoli falliremo, se ...

Se non raccoglieremo i dati delle nostre campagne, se non sapremo da dove arrivano i lead, cos'ha funzionato e cosa non ha funzionato per permetterci di fare dei correttivi, correggere gli errori, tarare e calibrare le attività.

Solo i dati ci permettono di agire con criterio, se io però ora ti chiedo: quali sono i risultati delle tue campagne di marketing degli ultimi due anni, tu, cosa mi rispondi?

Quali statistiche mi fai vedere?

Quali parametri tieni sotto controllo che ti fanno da bussola per la tua attività?

Il marketing è una disciplina economica a carattere statistico, questo oramai chiunque mi legga, l'ha sentito fino alla nausea.

Allora perchè si usano ancora così poco le statistiche per il nostro marketing?

Perché non hanno ancora valore, non abbiamo uno storico sufficientemente profondo come arco temporale e quindi non sono ancora affidabili, per questo molliamo e non raccogliamo più dati ritornando alle vecchie abitudini del "speriamo che funzioni".

In questo mese che è appena iniziato, in cui hai probabilmente un pò di tempo in più: analizza il tuo processo decisionale in merito alle campagne marketing che sei uso adottare in azienda e guarda dove riesci ad avere sotto controllo i dati e dove invece non riesci.

Parti da questi fatti, per iniziare a definire meglio la tua operatività.

Non sai come fare? Contattami a questo indirizzo mail: [email protected] una chiacchierata, senza impegno reciproco, con te la faccio volentieri.

Il mantra di questo post è: noproseccoegriciamavermazzisucculenti

Per oggi è tutto.

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