La comunicazione è il solvente

La comunicazione è il solvente di, quasi, tutti i problemi.

L'ho già scritto in altri articoli, la definizione di comunicazione che più mi piace è: "Il collante dei sentimenti che tiene insieme le persone, dando stabilità al sistema sociale".

Senza la comunicazione non ci sono gruppi, non ci sono aziende, ci sono disaccordi, conflitti, guerre.

Noi siamo animali sociali e siamo molto bravi a comunicare. La comunicazione è innata in noi, solo che, l'esperienza, i vissuti, i contesti socio economici, le botte prese dalla vita, a volte ci trasformano da comunicatori a paracarri muti.

La comunicazione non si impara, si riscopre

Nel mio lavoro vedo e interagisco con tanti gruppi e tante persone e posso dire, senza paura di essere smentito, che le grandi crisi aziendali, spesso, sono semplicemente dei conflitti personali non gestiti quando era ora di farlo.

La voglia di discutere, la voglia di chiarirsi, la voglia di cercare di mettersi nei panni dell'altro senza rinnegare quello in cui si crede, è la chiave per evitare che un disaccordo sfoci in chiusura, poi in mutismo, poi in rifiuto, poi in distacco e infine in conflitto.

Dipende da noi, da ognuno di noi singolarmente, aver la voglia di comprendere il punto di vista dell'altra persona per poter ragionare e non litigare.

Ci sono situazioni in cui la corda oramai è troppo sfilacciata o è già rotta e non possono essere recuperate: in questo caso è meglio separarsi velocemente cercando di non farsi troppo male e cercando di non lasciare sul terreno troppe macerie.

A me è successo non tantissimo tempo fa, di interrompere un rapporto che oramai era troppo logoro e lacerato, nonostante faccia questo mestiere è successo anche a me. Chiudere questo rapporto ha lasciato tanto dolore in me oltre che importanti ripercussioni economiche.

Mi sono reso conto di non avere più voglia di mettermi nei panni dell'altra persona ma perché, probabilmente, ero io che non avevo fatto i passi che servivano per riaprire i canali di comunicazione quando eravamo ancora in tempo per recuperare. La responsabilità è sempre individuale, non serve dire "E si, ma lui", "Si però" le cose accadono perché noi permettiamo che accadano o creiamo le condizioni perché accadano.

Rompere e chiudere il rapporto è stato doloroso, economicamente problematico ma mi ha permesso di recuperare energia, vitalità, voglia di costruire e mi sono ripromesso di gestire i problemi con chiarezza, non appena si presentano, tenendo conto dell'altro punto di vista, avendo cura di comprendere il perché l'interlocutore mi sta dicendo, o non dicendo qualcosa, senza permettere alle situazioni di sminuirmi o di farmi sentire sbagliato. Perché in fondo, noi siamo le persone più importanti e se qualcuno, quando si relaziona con te, ti fa sentire sbagliato, c'è qualcosa che non va.

Essere in disaccordo è normale, succede, sentirsi sbagliati no.

Quindi

A volte farsi aiutare da qualcuno di esterno può aiutare, a volte no, dipende dal livello di escalation del disaccordo a cui si è arrivati.

Quindi, se non sei ormai nella fase del non ritorno, fai tu uno sforzo per comprendere il punto di vista dell'altra persona e se non sei in grado di farlo da sol* fatti aiutare.

Cerca di entrare in empatia davvero, che non significa essere simpatici, ma semplicemente mettersi nei suoi panni, per costruire e non per voler avere ragione a tutti i costi.

Questo è il lungo lavoro che ho fatto su di me e che mi sta portando grandi risultati, questo è quello che cerco di trasferire alle persone che si affidano a me per i loro programmi di allenamento e di miglioramento.

Si parte sempre da un chiarimento: scopi, diverse condizioni, aspettative, chi deve fare cosa e come e soprattutto, tanta comunicazione personale, non con messaggi e WhatsApp perché ricordiamoci: i messaggi, i WhatsApp, le mail non sono strumenti di comunicazione.

Gli strumenti di messaggistica spesso uccidono la comunicazione e sono veicoli di fraintendimento, devono essere usati per ribadire o per fissare cose che ci si è detto personalmente e non per scriver cose che non si ha il coraggio di dire guardandosi in faccia.

La comunicazione è solo quando io e te ci vediamo e ci guardiamo negli occhi, e parliamo, con il cuore e con l'anima e nessun strumento tecnologico di messaggistica permette di sostituire la presenza fisica o visiva.

Il mantra di questo post è: nonfacciamoiparacarriimpariamoacomunicare

Per oggi è tutto.

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