Non sono simpatico, faccio l’allenatore d’impresa non l’animatore

Non sono simpatico, faccio l'allenatore d'Impresa non l'animatore del villaggio turistico.

Questo post lo sto scrivendo perchè c'è una grande differenza, secondo il mio punto di vista, tra fare consulenza a un imprenditore e allenare un imprenditore, lo scrivo perchè può essere utile a te e certamente lo è a me quando, capita, ho la tentazione di scendere a compromessi con l'etica professionale, per avere consensi o mantenere un ingaggio.

Capita di avere la tentazione di scendere a compromessi con la mia etica professionale, in passato mi è successo, ne ho pagato il prezzo e ne ho fatto pagare il prezzo, ora non capita più da molti anni, ma ricordare alcuni principi mi fa sempre bene.

Il consulente VS l'allenatore d'Impresa

Sono tutti e due ruoli importanti e ambedue sono utili ma hanno una sottile, sostanziale, differenza:

In un caso, quello del consulente, vengono dati suggerimenti che l'imprenditore può decidere di applicare o meno con la tranquillità, da parte del consulente, di aver assolto il suo compito, perchè ha dato suggerimenti corretti che farebbero il bene dell'azienda.

Generalmente i discreti consulenti, finiscono per essere assunti nell'impresa a cui fanno consulenza in quanto, con il tempo diventano di fatto dei dipendenti dell'imprenditore: tendono a uniformarsi al suo pensiero e non riescono più a impattare dal punto di vista critico e costruttivo. Generalmente questo tipo di consulenti sono ex manager che, trovatisi in stato di necessità, hanno fatto per un periodo di tempo i consulenti a partita iva ma tendenzialmente non hanno mai fatto impresa. Sono preziosi, ma non sono allenatori.

Nell'altro caso, nel quale mi posiziono io e chi lavora con me, l'allenatore d'Impresa propone dei suggerimenti che, ovviamente, l'imprenditore decide di applicare o meno in autonomia ma, proprio per il presupposto iniziale dell'ingaggio, l'allenatore farà di tutto per far si che i suggerimenti accettati vengano messi in pratica.

L'allenatore lavora con l'imprenditore e, se ingaggiati, con i suoi manager o figure chiave, sporcandosi le mani e operando per spingere oltre i limiti della zona di comfort e delle abitudini aziendali, che sono naturalmente insiti in tutte le persone e in tutte le aziende.

Non a caso, io che di mestiere faccio l'allenatore d'Impresa, mi avvalgo di collaborazioni con consulenti che mi fanno vedere le cose che non funzionano nella mia azienda e mi aiutano a migliorarle, perchè chi è dentro il film, a volte, non ha la lucidità per farlo, perchè troppo coinvolto emotivamente e personalmente. Anche io mi faccio allenare.

L'allenatore non gioca la partita, quella la devono giocare e vincere i giocatori, ma lavora insieme a loro, gioisce e piange insieme a loro e non accetta un no come risposta se sa che quel no significa rilassarsi, mollare o accettare prestazioni mediocri.

L'allenatore può avere un buon rapporto con i giocatori ma generalmente non è simpatico, non è un amicone, fa squadra, ma sa che, presto o tardi, qualcuno sarà scontento, qualcuno dovrà andare in panchina, qualcuno non si dimostrerà all'altezza e verrà ceduto, qualcuno non si ritroverà nelle logiche della squadra e chiederà di essere ceduto.

A volte è lui, l'allenatore, che viene silurato, e quando succede non capita mai perchè non è simpatico ma semplicemente perchè non porta risultati e non riesce a far crescere il gruppo in modo coeso.

In una squadra di professionisti ci sta che qualcuno non sia contento e manifesti malumori, fa parte del gioco.

Il problema grande tra allenatore e squadra, si manifesta però quando tutta la squadra non è contenta: significa che il problema non è la squadra, ma è l'allenatore, che va salutato.

Quando questo succede però, generalmente, è perchè i risultati non arrivano non perchè l'allenatore è antipatico.

Simpatia VS Empatia

L'allenatore, quando qualcuno avrà un problema dovrà essere lì, ad aiutarlo a non mollare, a migliorarsi, a ritrovare l'assetto giusto.

Sa che deve creare la coesione del team e far crescere i giovani dalle buone potenzialità e allontanare quelli per cui è stata sbagliata la campagna acquisti, perchè la campagna acquisti, va detto, generalmente la fa la dirigenza e l'allenatore a volte ha voce in capitolo, a volte no, ma in ogni caso non si deve lamentare e deve lavorare con il materiale che ha a disposizione, è il suo lavoro.

L'allenatore non dev'essere simpatico ma necessariamente dev'essere empatico.

Sulla definizione di empatia, a mio parere, c'è un pò di confusione e spesso si confonde la simpatia con l'empatia. Per raccontare la differenza io, quando lavoro con i team, faccio sempre questo esempio:

Un giorno tu esci in barca con me, dopo un pò che navighiamo, il mare ingrossa, io mi accorgo che tu stai diventando verde e hai un attacco di mal di mare, io sto benissimo, ad un certo punto tu corri verso la murata e sporgendoti vomiti anche l'anima, io corro di fianco a te e sporgendomi mi metto a vomitare anch'io: questa è la simpatia.

Se invece, in una situazione analoga, quando io mi accorgo che stai diventando verde per il mal di mare, scendo in cambusa e torno porgendoti una pastiglia di Xamamina, che è un farmaco contro il mal di mare, ecco che ho dimostrato empatia nei tuoi confronti.

L'empatia è la capacità di mettersi nei panni dell'altro e fare qualcosa per aiutarlo a risolvere, non è associarsi al suo malessere e dargli una pacca sulla spalla dicendogli:"Ti sono vicino nella sofferenza", certo, fare così può confortare, ma non aiuta a risolvere il problema.

Per questo il titolo del post è: non sono simpatico, faccio l'allenatore d'impresa non l'animatore del villaggio turistico.

L'animatore del villaggio turistico va bene per le imprese che non hanno ambizioni, per le persone a cui, in fondo, le cose vanno bene così, che preferiscono, a livello aziendale, essere i primi degli ultimi piuttosto che gli ultimi dei primi, l'animatore è divertente perchè quando stai con lui sei in vacanza e accantoni i problemi, l'allenatore è scomodo: te li fa emergere e ti aiuta a risolverli.

Lavorare con gruppi e persone che vogliono essere "Gli ultimi dei primi, non i primi degli ultimi" o farne parte, è una questione di scelte personali e insindacabili: se giochi nei campionati dei dilettanti, il livello di prestazione richiesto non è altissimo, lo stress non è altissimo, e la pizzata e la birra dopo gli allenamenti e la caponata prima della partita magari puoi anche permettertela, vincendo comunque il campionato e festeggiando. Giustamente festeggi: hai vinto ed è giusto festeggiare perchè, per quel livello di prestazione richiesta, hai dimostrato di essere di valore.

Se giochi nella massima serie, sei un professionista, e non sgarri e ti impegni a migliorarti tutti i giorni, perchè sai che se sgarri retrocedi o perdi l'ingaggio, non giochi per giocare, giochi perchè quello è il tuo mestiere e lavori divertendoti perché fai il mestiere che per te è il più bello del mondo. Ti arrabbi se arrivi ultimo ma giochi con i primi, con i più forti. Solo giocando con i più forti riuscirai a migliorarti e crescere.

È questo il senso della frase:"Preferisco essere l'ultimo dei primi che il primo degli ultimi". Non è dispregiativo, è semplicemente rendersi conto del livello di prestazione e di maniacalità professionale che è richiesta per giocare in un campionato piuttosto che in un altro.

Beninteso: un allenatore non giudica le scelte delle persone, non ha nessun diritto di dire che tu stai sbagliando a non pensarla come lui, però, l'allenatore, per il tempo dell'ingaggio, cercherà con tutte le sue forze e le sue competenze di aiutare i suoi giocatori ad eccellere nella sfida del mercato che hanno scelto di giocare.

Per portarli nella massima serie, se stanno giocando nelle serie minori, per restarci se hanno il privilegio di giocare nella ribalta più importante.

Il ruolo dell'allenatore d'impresa è quello di allenare in primis l'imprenditore a diventare a sua volta un allenatore eccellente nei confronti dei suo team allenando anche, se possibile, chi dovrà aiutare l'imprenditore, a crescere dal punto di vista manageriale, organizzativo e di sopportazione dello stress che ha chiunque si trova a misurarsi tutti i giorni con i numeri di una prestazione.

L'attitudine a fare impresa è per molti, ma non per tutti.

Anche l'attitudine a pagare il prezzo che serve pagare per eccellere nel proprio campo è per molti, ma non per tutti.

Aiutare a risolvere i problemi lavorando per dare e ottenere il meglio

Questo faccio, questo è il mio mestiere e la mia passione, certamente, se fossi più simpatico avrei probabilmente molti più consensi, discuterei di meno e sarei molto popolare, ma non mi interessa l'applauso e il consenso: mi interessa vincere insieme a te.

Certo, se vieni a casa mia a cena o, se mi inviti a casa tua a cena e non dobbiamo parlare di lavoro, ti posso garantire che, anche se non sono un compagnone, non ti faccio fare brutta figura e riesco, fino a che non mi addormento, ad essere persino piacevole, ma non è per essere piacevole che mi paghi quando lavoriamo, è per aiutarti a raggiungere risultati.

Ti sei mai chiesto come mai, la maggior parte delle persone si iscrivono in palestra e poi smettono di andarci pur avendo pagato la quota e non ottengono risultati?

Perchè in fondo, non sono interessate a ottenerli. That's all.

Certamente hanno dei buoni propositi e delle aspettative quando si iscrivono, ma non si rendono pianamente conto che non è leggendo sui libri di fitness o avendo nozioni di dietologia che si perde la ciccia.

La ciccia si perde adottando sane abitudini alimentari nella realtà pratica e se si vuole mettere su muscoli bisogna sudare e continuare a fare addominali anche quando la panza inizia a fare male.

Un allenatore è quella persona che quando ti vuoi fermare perchè i muscoli ti fanno male, te ne fa fare ancora dieci e ancora dieci e a volte ti urla in faccia, perchè sa che se non ti sprona toccandoti nel vivo mollerai.

Se non sei attrezzato per accettarlo, non sei strano, nemmeno io ero attrezzato quando mi sono trovato ad essere allenato ma ho deciso di accettare quello che andava fatto.

Sarà la mia educazione, sarà il militare fatto in modo, per così dire, intenso, con tanti addominali, tante flessioni, anche se oggi vedendomi non si direbbe, tanta corsa e tanta disciplina, ma ho visto persone ottenere risultati straordinari a scuola, come nella vita che mai avrebbero pensato di ottenere e li hanno ottenuti perchè avevano degli allenatori molto esigenti, non degli amiconi simpatici che comprendevano e accettavano le scuse.

Io mi ricordo i professori più esigenti e quei fetenti del caporale maggiore e sottotenente che mi hanno aiutato a ottenere i risultati e vincere alcune delle mie paure, di loro mi ricordo i nomi e le facce, gli altri faccio fatica a ricordarmeli, sarà l'età, sarà l'arteriosclerosi che corre oppure, più semplicemente gli altri non hanno lasciato un segno significativo nel mio processo di crescita.

La foto che accompagna l'articolo, che ho scattato in un ristorante pieno di memorabili sportive a N.Y., riporta una massima di Vince Lombardi, uno dei più grandi allenatori della storia del football americano e recita:" Vincere significa che sei disposto ad andare più lontano, a lavorare più duramente e lavorare più di chiunque altro".

Le massime come questa sono molto belle da leggere, così come alcuni corsi di formazione, i miei compresi, sono fantastici da frequentare, ti lasciano motivato e pieno di buoni propositi, ma non ti faranno mai mettere su i muscoli per vincere se, quello che leggi e su cui ti trovi d'accordo in teoria, non sei disposto anche a metterlo in pratica passando dalla rilassatezza del divano al sudore e alle parolacce della palestra.

Io, che faccio l'allenatore d'Impresa, insieme al mio team, ti aiuto a sviluppare in pratica i tuoi muscoli imprenditoriali e manageriali, e lo cerchiamo di fare con empatia: mettendoci nei tuoi panni, quelli cioè di una persona che vuole riuscirci per davvero, non che si racconta di riuscirci ma non è disposta a sudare duro per farcela. Se poi riusciamo a essere anche simpatici, meglio, ma non è il presupposto.

Per questo ricordo spesso a chi lavora con me le regole d'ingaggio e sono disposto a fare un passo indietro se ci accorgiamo che pensavi che volevi un animatore che ti facesse star bene e non uno, magari un pò stronzo, che però ci fosse sempre, comprendendo la tua situazione, certamente, ma aiutandoti ad andare oltre.

Se leggendo questo post pensi che io sia matto e un pò fanatico probabilmente hai ragione e non sei sbagliato tu, credimi, semplicemente io non potrei mai essere la persona in grado di aiutarti a fare un percorso di miglioramento. Lascia perdere, io non ti sarei d'aiuto e tu oltre che spendere soldi inutilmente con me ti incazzeresti anche. Va bene così.

Viceversa, se leggendo questo post, hai provato un pò di fastidio ma in fondo, sei d'accordo sul fatto che per poter fare crescere i muscoli imprenditoriali è necessariamente faticoso, ti assicuro che, una volta superato l'impatto iniziale di shock può essere anche molto divertente, leggi cosa scrivono di me e dei miei colleghi gli imprenditori e i team che si allenano con noi, puoi trovare alcune recensioni cliccando qui

Se anche tu senti che potrebbe essere interessante fare una chiacchierata con un allenatore che non ti farà sconti, ma ci sarà sempre per te e con te, contattami senza impegno e facciamoci una chiacchierata, mi trovi qui: [email protected]

Il mantra di questo post è: allenatoredimpresanonanimatoredelvillaggioturistico

Per oggi è tutto.

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