Non ti piacciono le mie regole? Vattene e saremo contenti in due

Non ti piacciono le mie regole? Vattene e saremo contenti in due: non è una minaccia, è una dichiarazione di sopravvivenza duale.

Questo non è un post politicamente corretto!

Se lavori nella mia azienda, ma non ne condividi la filosofia, le procedure, le regole e le modalità operative, se lavorare con me ti stressa e ti genera ansie, puoi essere d'accordo con me che, probabilmente stai male tu e potrei stare male anch'io?

Con la differenza che tu, oltre a star male, subirai i miei shampoo, i miei cazziatoni e i miei momenti down: certo, ti apparirò uno stronzo e probabilmente lo sono, ma forse, in realtà non sono poi così stronzo ma semplicemente esasperato di esasperarti.

La scarsa efficienza è dovuta, spesso, alla lana caprina

Quanto tempo devo sprecare a convincerti, a discutere sulle tue credenze del perchè come fai tu è meglio o semplicemente a sapere che mi stai dicendo di si per farmi stare zitto ma poi continuerai a lavorare con le tue modalità operative che non ti faranno portare risultati ma ti terranno enormemente impegnato e la sera sarai stanco e triste?

Cosa devo fare per farti abbracciare i miei valori e le mie modalità operative che mi hanno permesso nel corso degli anni di crescere, svilupparmi e avere un modello di business che funziona?

Questa è la domanda che spesso, molti imprenditori, o responsabili di reparto che hanno collaboratori alle proprie dipendenze, frustrati e incazzati come dei caimani mi fanno.

La risposta può non piacere, e lo sai che non sono simpatico, ma è semplice.

Non esiste democrazia in azienda.

Un'azienda non è una democrazia, ma una dittatura illuminata, e le regole di funzionamento dell'azienda le fa l'imprenditore e su questo non ci sono discussioni da fare.

Non ti piace? Non c'è problema, puoi argomentare le tue ragioni e puoi anche portare soluzioni che io posso decidere di valutare e magari implementare nel tempo, in questo momento però, tu gioca secondo le mie regole, perchè sono le mie regole che mi hanno permesso di assumerti e a te di avere un posto di lavoro.

Se non sei d'accordo non sei tu sbagliato, siamo noi che non siamo l'azienda giusta per te.

Noi non siamo amici e non siamo una famiglia

Non confondiamo la correttezza, l'educazione e il rispetto della persona con l'amicizia e i legami sentimentali.

Esattamente come non possiamo essere amici dei nostri figli, e chi ha figli sa bene cosa intendo, non possiamo essere amici dei nostri collaboratori e delle persone alle nostre dipendenze, per un fatto molto semplice:

Quando arriverà quel giorno in cui devo ribaltarti perchè sono stati fatti troppi errori o perchè una situazione è insostenibile o perchè le esigenze aziendali lo richiedono, come posso farlo se siamo amici?

Mi spiego meglio: ovviamente il titolo di questo paragrafo è un'iperbole perchè è vero che si può essere amici ma solo se i ruoli sono chiari e definiti: prima.

Questo è il motivo per cui in azienda, in tutte le aziende, c'è una catena di comando.

Questo è il motivo per cui, per esempio, prima di inserire mio figlio in azienda, abbiamo preso accordi molto chiari, scritti, netti. Questo è il motivo per cui, quando lavoriamo insieme ad altri, mi chiama Mauro e non papà: una cosa è l'azienda e i ruoli che abbiamo nella stessa, un'altra cosa è la famiglia. Sono talebano? Su questo punto, si.

Questo è il motivo per cui con un potenziale responsabile che deve passare dal ruolo di "collega" al ruolo di "capo" faccio sempre un grande lavoro di coinvolgimento, formazione e comprensione delle sue attitudini ad assumersi responsabilità a volte non piacevoli.

Perchè compito di un responsabile, e di un imprenditore, è avere gli onori del ruolo ma anche gli oneri che questo ruolo comporta e spesso questi oneri sono molto complicati dal punto di vista emotivo nei confronti di chi collabora con noi.

Non siamo una famiglia: in famiglia a volte si passa sopra a molte cose per il quieto vivere, per non rompere gli equilibri, ma un'azienda non può passare sopra a certe cose, l'azienda deve garantire la sussistenza a tutti, dall'imprenditore ai collaboratori e a tutti gli stakeholder che entrano in contatto con la stessa.

Non può essere gestita se non siamo lucidi e a volte, è una bruttissima parola: asettici, nel prendere decisioni di sopravvivenza per il gruppo e l'azienda. Non si potrà mai essere asettici, me ne rendo conto, ma dobbiamo essere in grado di prendere decisioni a volte dolorose, questo fa, tra le altre cose, un imprenditore o un responsabile.

Certo, abbiamo a che fare con persone e sono le persone che fanno funzionare l'azienda, non le tecnologie.

Però le persone devono essere allineate ai valori dell'azienda, non è un'opzione, è un must.

Io devo fare una grandissima opera di formazione, affiancamento, correzione e motivazione.

Devo darti gli strumenti, devo essere con te sul campo e devo capire che per fare crescere una persona ci vogliono anni e più il ruolo è di responsabilità e più ci vuole tempo.

Lo so e ne sono consapevole.

Se però dopo tutto l'affiancamento, il tempo investito, la formazione, gli strumenti, le chiacchierate fatte, continui ancora a ostinarti a non volerti allineare con me: togliti dal cazzo.

Togliti dal cazzo?

L'ho scritto all'inizio dell'articolo: questo non è un post politicamente corretto.

Sono simpatico come la sabbia di grana grossa nelle mutande?

Si, lo so, ma il mio ruolo non è essere simpatico, il mio ruolo è farti ottenere risultati, crescere e possibilmente cambiare la tua situazione professionale ed economica in meglio.

Sono disposto a sporcarmi le mani sul campo con te, a sudare e soffrire con te e a condividere sconfitte e successi con te, ma le regole le faccio io, perchè con le tue regole, per te, non ha funzionato fino ad oggi, altrimenti saresti probabilmente al posto mio e avresti una tua azienda, puoi essere d'accordo con me su questo ultimo punto espresso?

Se si, lavoriamo insieme e certamente saprò anche apprezzare le tue idee, perchè ti vedrò coinvolto nei miei valori e sarà un divertimento per tutti e due lavorare insieme.

Non sei d'accordo? Come ho scritto prima, non sei tu sbagliato, sono io che non sono l'azienda giusta per te e quindi, in questo caso, la risposta alla domanda che titola questo paragrafo sarà necessariamente: SI!

Il mantra di questo post è: maperchèdevofarefaticaconchinonvuolefarsiaiutare

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