Scegli la facoltà? Occhio
Non è un titolo strano, è quello che vorrei vedere scritto sui siti degli atenei o negli uffici di orientamento delle Università per i percorsi di laurea a bassa potenzialità di impiego.
Purtroppo, spesso, i ragazzi, finite le scuole superiori non hanno una grande idea di cosa vogliono fare del proprio futuro e si orientano su lauree inflazionate, che non offrono sbocchi per il futuro.
Attenzione, con questo post non voglio dire che non si debba seguire la propria aspirazione culturale o professionale ma, mi piacerebbe che ci fosse chiarezza, prima di iniziare un'avventura che costerà sacrifici, tempo, denaro, vita.
Che possibilità d'impiego ha oggi chi sceglie di fare l'avvocato o l'architetto?
Se vuoi diventare un principe del foro, devi sapere che la strada, a meno che tu non sia il figlio di Perry Mason con uno studio avviato in cui subentrare, sarà lunga e impervia, con il rischio di non riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena nemmeno dopo la gavetta sottopagata. Qui alcuni dati non recentissimi ma penso ancora attuali sul tuo mercato
Se ti lanci in architettura, a meno che tu non abbia come parente Calatrava che un posticino te lo trova, non è che le cose vadano meglio. Qui alcuni dati presi dalla rete in merito agli architetti
Non è la laurea a garantirti un posto di lavoro ma la sua spendibilità sul mercato.
E' il mercato che stabilisce se ci sarà un lavoro degno oppure no: in un mercato dove la domanda è molto più bassa dell'offerta, se non hai qualche santo in paradiso o sei veramente un fenomeno e allora emergerai comunque, oppure sarai destinato ad arrabattarti per tirare a campare.
Attenzione, non voglio scoraggiare chi sceglie facoltà inflazionate, ci mancherebbe, però è giusto sapere, prima, quali sono le regole del gioco. Regole bastarde è vero, ma, se le conosci subito non potrai dire, al termine del percorso di studi: "Non lo sapevo"
Gli orientamenti universitari ci vengono in aiuto qui vedi un articolo che racconta quali sono le lauree per cui si prevedono più sbocchi in futuro, leggilo cliccandoci sopra.
Attenzione: questo corso di laurea è inflazionato
Questo vorrei vedere sui siti delle facoltà dove ci sono corsi che offrono pochi sbocchi professionali in questo contesto storico.
Ho citato giurisprudenza e architettura perché sono, secondo me i più eclatanti, ma ci sono tanti altri corsi di laurea in questa situazione.
Scriverlo e ribadirlo in modo chiaro prima dell'inizio del percorso, sarebbe una buona cosa: per non creare facili illusioni, per non deludere aspettative, per non creare generazioni di laureati insoddisfatti che si lamentano che non riescono a trovare un lavoro arrabbiandosi con il mondo invece che con le scelte fatte.
I lavori del futuro non esistono ancora
Viviamo in un mondo in velocissima evoluzione.
Negli ultimi trent'anni sono accadute più cose, a livello tecnologico e di innovazione, che nei precedenti duecentomila.
Un interessante articolo che parla di una ricerca del World Economic Forum, che ti propongo qui clicca, ci racconta che il 65% dei bambini di oggi farà lavori che ancora non esistono.
Come l'articolo qui sopra, ci sono decine di altre ricerche e di studi in questo senso, come siamo messi a livello didattico?
Come facciamo a formare giovani per professioni che ancora non esistono?
Non siamo messi
Non siamo messi per niente bene: nelle nostre scuole si insegnano cose obsolete, è un fatto.
I ragazzi escono e si avventurano nel mondo del lavoro con poche competenze, spesso inutili al mondo del lavoro.
Non è colpa loro e probabilmente nemmeno della scuola: come posso insegnarti qualcosa per un mercato che ancora non esiste?
Cultura: ecco, insegnare la cultura, insegnare a studiare, insegnare un metodo di lavoro, questo si, la scuola lo può e lo deve fare.
Dipende da noi però fare le scelte a monte, informandoci e informando i nostri ragazzi su quello che è la realtà, non sull'idea che abbiamo noi, o loro, della realtà.
Lo studio e la cultura sono il bene di un paese, l'unico bene che garantisce un futuro alle generazioni a venire ma è e sarà sempre più difficile orientare e orientarsi: per la velocità con cui cambiano gli scenari.
Io non ho una soluzione, ma tutti insieme: imprenditori, scuola, politica, genitori, dobbiamo lavorare insieme per trovarla, insieme, perché, davvero, è a rischio il futuro della nostra civiltà se non prepariamo in modo adeguato i nostri giovani.
Prepararli significa anche non dare illusioni facili, per mantenere status o baronati accademici, perché il sospetto che ci siano c'è, da parte mia, ed è forte: che senso ha sfornare migliaia di laureati, ogni anno, in discipline che hanno mercati limitati?
Perché sto scrivendo questo post
Io mi occupo anche di selezione del personale e posso testimoniarvi per esperienza personale che, quando cerco un architetto o un ragioniere ricevo centinaia di curriculum.
Quando cerco un fresatore cammista, un tappezziere, un meccatronico, un venditore professionista, faccio fatica, terribilmente fatica.
Sto scrivendo questo post perché ho preso spunto da alcune discussione che ho avuto con dei miei contatti sui social nelle scorse settimane dove si dibatteva di "laurea si, laurea no" in merito alle opportunità di lavoro.
Certamente avere una laurea è importante.
Generalmente chi è laureato ha imparato metodi di studio che gli permettono di essere più veloce e organizzato nell'apprendere, certamente.
Ma, come ho scritto, non è una laurea che ti garantirà il posto di lavoro, ma il fatto che questa sia spendibile sul mercato.
Niente di più, niente di meno.
Informiamoci prima e informiamo i nostri ragazzi, senza tarpare le ali delle loro ambizioni, certamente, ma rendendoli consapevoli, il compito di noi genitori è anche questo.
Per completezza d'informazione leggi questo report, clicca qui, che ci mostra i fabbisogni occupazionali 2019-2023, non è certamente le tavole della legge, ma ci può offrire buoni spunti di riflessione
Il mantra di questo post è: nondiamofacilisperanzemasolideconsapevolezze
Per oggi è tutto
Articolo interessante!
Grazie Giacomo