Far crescere un gruppo è frustrante

Far crescere un gruppo è frustrante.

Ogni volta che collaboriamo con qualcuno che abbassa il livello del nostro lavoro facciamo una scelta e dobbiamo accettarne le conseguenze.

C'è una frase che mi piace molto: da soli si va veloci, insieme si va lontano.

E' vero, una bella frase ma spesso è abusata e vuota di senso perché, diciamocelo, per ottenere l' "insieme si va lontano" devono esserci le persone giuste, con valori comuni, obiettivi comuni, velocità sincrone, altrimenti non si va da nessuna parte.

Far crescere un gruppo di lavoro è un'alchimia complicata, faticosa e difficile.

Saperlo ci aiuta a limitare il mal di fegato quando falliamo, quando indietreggiamo invece che avanzare, quando tutto sembra non funzionare.

Si può fare, si possono creare gruppi fantastici, ma dobbiamo ricordarci che gli allenatori del nostro gruppo siamo noi, i giocatori, per quanto potenzialmente bravi, non sono in grado di allenarsi da soli come team.

E' il tema che abbiamo trattato diffusamente nei primi due giorni della Palestra d'Impresa a Pavia durante il promo modulo: comprendere prima di intraprendere.

La leadership non ha un posto sull'organigramma

La leadership non si ottiene per decreto reale o perché ci sono stati dati i gradi da qualcuno.

La leadership si ottiene essendo un esempio vivente dei valori che professiamo e, più siamo in alto nell'organigramma, più siamo visibili e sottoposti al giudizio degli altri.

E' semplice da comprendere, molto più difficile da realizzare: è una questione di etica e di valori personali.

Io lo so come mi sto comportando, lo so se sto facendo tutto quello che serve oppure se me la sto solo raccontando. Lo so. Quel signore o signora che mi guardano dallo specchio la mattina quando mi lavo i denti, lo sa bene che tipo di persona sono.

Proprio per questo devo sapere che uno dei principi basilari della leadership che recita:"Un leader non chiede a nessuno di fare qualcosa che lui non sa fare, non fa o non è disposto a imparare", si applica a tutto quello che chiediamo ai nostri uomini e donne.

Principio della reciprocità

Vogliamo che gli altri siano puntuali? Dobbiamo essere noi puntuali per primi.

Desideriamo che i nostri collaboratori motivino i clienti? Noi lo facciamo per primi con loro?

Essere organizzati e precisi e un must per la nostra azienda? Ma noi, lo siamo o, a livello di organizzazione, non acchiappiamo un canale nemmeno con una parabola montata sulle spalle?

Ho fatto tre esempi, ce ne possono essere a decine.

Quando siamo a capo di un gruppo, siamo noi che dettiamo le regole, non i componenti del gruppo, questo dev'essere chiaro a tutti, perché un'azienda, anche se a molti può far storcere il naso, non è una democrazia, è quello che, a me, piace definire con un'iperbole: una dittatura illuminata.

Ma proprio perché noi abbiamo il privilegio di dettare le regole di funzionamento del nostro gruppo, dobbiamo essere i primi ad attenervici. Sempre.

Far crescere un gruppo è frustrante, ma è un'avventura unica e meravigliosa quando ci riusciamo, che ripaga di tutti i sacrifici fatti.

Lo stiamo facendo?

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Il mantra di questo post è: essereunesempioèdifficilemaèlunicavia

Per oggi è tutto.

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