I marketer devono essere cattivi!
Poche storie, diciamolo: chi si occupa di marketing dev'essere cattivo.
La cattiveria è una delle principali caratteristiche di un marketer, il nostro lavoro deve creare interesse per i nostri prodotti o servizi finalizzato alla vendita, non all'apparire.
Il nostro lavoro deve fare in modo che il cliente scelga noi piuttosto che i concorrenti. Questo è il nostro lavoro, non pizza e fichi.
Per una p.m.i., fare marketing per aumentare la visibilità non serve a nulla.
Noi siamo piccoli guerrieri al servizio delle nostre piccole aziende, non abbiamo grandi budget a disposizione, non abbiamo i mezzi e gli strumenti che hanno tanti dei nostri concorrenti, la cattiveria è quindi fondamentale.
Mentre noi ci arrovelliamo, pensiamo a come essere interessanti per il cliente, ragioniamo su come creare storie appetibili, interessanti e vere, il nostro cliente, si lui, sta comprando dalla concorrenza.
Cattiveria per noi marketer al servizio delle nostre piccole e medie aziende significa essere operativi, sempre, veloci più degli altri.
Essere cattivi significa essere reattivi, sempre.
Significa pensare fuori dagli schemi velocemente, guardare cosa fa la concorrenza e fare diversamente.
Dobbiamo avere una strategia di medio e lungo termine e una progettualità definita, ma essere pronti a usare la tattica, per aggirare ostacoli o risolvere problemi che il mercato, questo bastardo, ci propone quotidianamente.
Cattiveria significa vedere uno spiraglio, una breccia, infilarcisi e sfondare, non aver paura di osare per portare a casa il risultato.
Essere cattivi, per noi marketer, significa avere una passione fuori del comune e un divertimento in quello che si fa esagerato.
Senza passione e senza divertimento non saremmo in grado di sopravvivere a tutte le delusioni, a tutti gli errori, a tutte le attese, a tutte le mancate risposte che il mercato, questo bastardo, tutti i giorni ci propone.
E' tutto qui.
Il mantra di questo post è: cattivikcattivikcattivik
Per oggi è tutto