Il corona virus e le abitudini

Cosa c'entrano il corona virus e le abitudini?

Parecchio: in questi giorni è cambiato il nostro modo di lavorare, soprattutto per noi piccoli imprenditori. Grazie al Covid-19.

Dobbiamo cercare di tenere aperte le attività e stare in contatto con le nostre persone, senza avere la possibilità di averle sott'occhio tutto il giorno.

Cambiano tutti i paradigmi della leadership, perché un conto è fare dei bei corsi di formazione in cui ci insegnano a delegare, ma le persone le hai vicine, vedi quello che fanno e le "annusi", diverso è farlo davvero.

Non poter controllare il loro operato ma averle a casa ed essere costretto, per la prima volta davvero, a lavorare per obiettivi e fidarti del loro senso di responsabilità, per chi ha il controllo compulsivo come me, può essere un grande problema.

Un nuovo paradigma

Il corona virus farà aumentare il senso di responsabilità, ci farà consolidare il lavoro da remoto, dove possibile, ci permetterà di aumentare l'efficienza in molte aree della nostra attività.

In questi giorni lo stiamo testando: si sono azzerati i tempi di spostamento, le riunioni on line sono veramente operative e si cazzeggia poco, la produttività, per certe tipologie di lavoro, è decisamente aumentata.

Ma tutto questo durerà?

Perché fino a pochi giorni fa, generalizzando, soprattutto per noi piccole e medie imprese, il lavoro in smart working non era un vero lavoro: ci si incontrava in video chat o su skype business o altre piattaforme simili ma poi, si approfondiva in ufficio, si terminava il lavoro quando ci si vedeva fisicamente. Era impensabile, per molti di noi, lavorare davvero da remoto.

Ora non più: bisogna lavorare completamente on line, e le riunioni diventano davvero operative al 100%

Lo smart working può essere un nuovo strumento per aumentare la nostra efficienza, se cambiamo le abitudini.

66 giorni

Per cambiare un'abitudine ci vogliono 66 giorni. I guru motivazionali ci raccontano che un mese è sufficiente per recepire una nuova abitudine, ma non è vero.

Ecco perché, probabilmente molti programmi di addestramento e di leadership così belli in teoria, falliscono nella pratica: si sotto stimano i tempi.

66 giorni perché il nostro cervello recepisca un nuovo modello operativo, non 21 o un mese, 66.

Ci sono molti articoli a sostegno di questa tesi, ve ne posto uno qui, potete leggerlo cliccando

Aggiungiamo un altro fattore: le persone generalmente non cambiano le proprie abitudini. Perché un'abitudine è comoda, rappresenta la mia area di competenza, perché la devo cambiare? Io non voglio cambiare le mie abitudini. Nemmeno tu.

Le abitudini non si cambiano, a meno che...

A meno che non si verifichino due fattori, alternativi o concomitanti tra loro.

Sono due i fattori che ci permettono di cambiare le nostre abitudini:

  • Formarsi e addestrarsi
  • Essere costretti a farlo

Tramite il primo, la formazione e l'addestramento, è più difficile ed è più lungo cambiare le abitudini, per un fatto naturale: possiamo smettere di studiare, possiamo interrompere i progressi, possiamo decidere che ci siamo stancati.

Questo è il motivo per cui tanti "discenti professionisti", quelle persone che partecipano a decine di corsi, che saltano da un programma di formazione all'altra, che di mestiere fanno i partecipanti ai corsi, spesso non ottengono risultati: non sono costretti ad ottenerli.

Spesso ce la raccontiamo, usiamo i corsi di formazione, invece che per applicare quello che ci spiegano, per rafforzare le nostre teorie: per riuscire a spiegarci perché, per noi, quello che ascoltiamo in aula non funziona. Questo atteggiamento malsano, spesso, ci impedisce di cambiare le abitudini che ci ostacolano, ma rafforza le nostre credenze.

Ecco perché la formazione è decisamente utile e va fatta costantemente, ma non è veloce nel far cambiare le abitudini.

Se siamo costretti, obbligati per la nostra sopravvivenza, allora ecco che, magicamente cambiamo velocemente le nostre abitudini: è quello che sta succedendo, a tutti noi, in questi giorni.

Il corona virus è una grande opportunità.

E' una grande opportunità perché ci ha catapultato in uno stato di necessità estrema: siamo costretti a usare lo smart working.

Il Corona Virus ci costringe a cambiare e ci offre l'opportunità di studiare: si è verificata la concomitanza più unica che rara, in cui si verificano le due condizioni in cui possiamo cambiare la nostre abitudini malsane. E' un fatto eccezionale.

Grazie al covi-19 siamo connessi on line, i nostri team di lavoro sono a casa ma sono produttivi, quello che prima virtualmente sembrava impossibile da fare ora si fa, velocemente e bene.

Il corona virus ci sta permettendo di essere efficienti ed efficaci, per quelle mansioni che lo permettono, come mai è stato possibile fare precedentemente.

In questo momento abbiamo cambiato in modo virtuoso alcune nostre abitudini professionali.

Ma l'emergenza operativa finirà prima dei 66 giorni che servono a inculcare una nuova abitudine, per fortuna, e perderemo quanto di buono abbiamo imparato se non perseveriamo.

Ne sono passati solo 27 di giorni, dal primo lock down in Lombardia e prima dei 66 giorni inizieremo progressivamente a tornare alla normalità operativa dimenticando presto le buone abitudini acquisite in questi giorni di costrizione.

Il corona virus ha cambiato alcuni paradigmi della leadership.

Ci ha permesso di toccare con mano che il senso di responsabilità delle nostre persone è potente. Ci ha permesso di fare emergere chi è veramente fancazzista e chi invece merita di crescere.

Perché, diciamocelo, tante persone hanno preso questa catastrofe come un'occasione per fare ferie prolungate e diventare cintura nera quinto dan di serie Tv o di collaudatore di divani.

Viceversa, tantissime persone ci hanno stupito: hanno preso iniziative, si sono formate e addestrate, hanno colto l'occasione del tempo dilatato a casa, per migliorare le proprie competenze e la propria professionalità.

Il corona virus ha tirato fuori il peggio e il meglio di ognuno di noi.

Ma non è sufficiente, per ora, a farci cambiare le abitudini, checchè ne dicano i bollettini.

Quindi, tenendo a mente il paramento dei 66 giorni, non molliamo, continuiamo ad allenarci per consolidare tutte le buone abitudini che stiamo acquisendo in questi giorni, noi e chi lavora con noi.

Ci aiuteranno ad avere una marcia in più quando, mi auguro presto, saremo tornati alla normalità.

Il mantra di questo post è: 66giorniperconsolidarequantodibuonoabbiamoimparato66giorni

Per oggi è tutto.

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