La rabbia fa male, solo a noi

La rabbia fa male, solo a noi

Ci sono momenti in cui le cose non girano per il verso giusto, succede, a tutti. Quei momenti in cui vedi tutto nero, ti sembra di non avere vie d'uscita e ti monta la rabbia, che si accumula, che cresce, che offusca e diventi un pò come quelle persone che si fanno i film: scrivono la sceneggiatura, fanno la regia, interpretano il ruolo e si stupiscono se il film finisce esattamente come avevano previsto: male. La rabbia dobbiamo riuscire a trasformala in azioni, che ci permettano di uscire dalle situazioni che non ci piacciono, non serve a crogiolarci per farci dire che abbiamo ragione e che tutto il mondo intorno a noi è brutto e cattivo. Tenersi dentro la rabbia è come bere del veleno e aspettarsi che muoia qualcun altro. Gli unici a farci del male siamo noi, gli altri magari sono completamente inconsapevoli della nostra rabbia.

Cosa vuoi dirmi?

Voglio dirti che io sono una persona generalmente tranquilla, cerco di controllarmi parecchio e difficilmente ho la rabbia che esplode ma mi è capitato, anche in un recente passato, oramai per fortuna remoto nella mia mente, di covare rabbia. Osservando ora la situazione passata, mi rendo conto che non è che la rabbia sia arrivata di colpo, è montata lentamente, nel corso di mesi, anni. E' montata per cose non dette, cose dette male, cose lasciate passare senza chiarire, persone esterne, situazioni "pelose" non risolte, che non mi andavano bene ma che mi sono fatte andare bene, per affetto, per quieto vivere, per indolenza, per incompetenza, per stupidità, per ansia, per frenesia, per noia, per delusione, per apatia. E' montata, per tutta una serie di fattori sia interni miei che esterni a me, che mi hanno bloccato e mi hanno fatto perdere lucidità La rabbia si è insinuata subdolamente, ed è cresciuta tanto, troppo, così tanto da essere incapace di manifestarla, sembra paradossale ma è così. Voglio dirti che a un certo punto, leggendo un libro ho trovato proprio questa frase che ti ripeto:"Tenersi dentro la rabbia è come bere del veleno e aspettarsi che muoia qualcun altro". Ecco, questa consapevolezza mi ha permesso, di rasserenarmi, di vedere le cose per quello che erano e non per l'idea che io avevo che fossero. Mi ha permesso di fare delle valutazioni a mente fredda, di valutare i pro e i contro di certe decisioni da prendere e di farlo non con la mente offuscata dalla rabbia, ma con la lucidità e raziocinio.

Come hai fatto?

Mi sono confrontato con persone a me molto vicine e anche con persone molto lontane. Ho deciso di fare così, perché le persone a me vicine sarebbero state troppo di parte e le loro opinioni mi avrebbero influenzato in modo non imparziale. Il loro contributo è stato fondamentale perché loro erano direttamente coinvolte nelle mie decisioni. Le persone più lontane mi hanno aiutato ad analizzare con distacco la situazione e mi hanno permesso di vedere le cose dall'esterno, senza coinvolgimenti emotivi, sono state fondamentali per le scelte tecniche. Ho letto tanto. Io leggo quando ho bisogno di ispirazione. C'è chi medita, chi corre, chi prega, chi canta, io leggo. Ho letto dei libri nuovi e ho riletto dei libri che hanno segnato dei passi importanti della mia vita personale e professionale. Ho avviato un processo, lungo, interiore, che mi ha permesso di diluire la rabbia, annacquarla con nuove prospettive, punti di vista diversi, opportunità e una nuova visione, sia di vita professionale che di vita personale.

E ...

E tutto si è allineato, si sta allineando. Certo ci sono state e ci sono tante cose da gestire, situazioni da sanare, operazioni da chiudere, qualche scoglio da superare, alcune discussioni da mettere sul tavolo. Ma lo faccio con uno spirito nuovo, di ritrovato entusiasmo, che quando ero annebbiato dalla rabbia, non avevo più e, mi rendo conto, che l'unico a stare male ero io, avvelenando anche chi mi stava vicino e sopportava i miei sbalzi d'umore, le mie ansie, le mie paure. Ecco, le persone più vicine a me, quelle che mi hanno dato una grande mano nel momento della rabbia e della disperazione, senza giudicarmi, senza accanirsi, sostenendomi a prescindere, non hanno passato dei bei momenti ma ora sorridono, con me.

Perché ti ho raccontato questa storia?

Perché, anche tu, potresti trovarti in difficoltà e magari pensi che, vedendomi o leggendomi sempre allegro e positivo, motivante e motivato, io non abbia i problemi che hai tu e non capisca come ti trovi tu. Le cose non stanno proprio così. Non credere a chi non ha mai problemi, a chi vive sopra le righe, a chi sprizza energia e felicità da tutti i pori e ti dice che i problemi non esistono, che basta crederci per superarli. Non è vero, i problemi esistono e per superarli bisogna farsi un mazzo incredibile e non sempre ci si riesce ma non serve la rabbia. La rabbia ci impedisce di essere lucidi. Diluiamo la rabbia e guardiamo le cose con una prospettiva diversa. Certo, nessuno può giudicare o valutare i problemi di un'altra persona. Mi piace dire a chi le sa sempre tutte:"Se non sei stato nelle mie mutande non permetterti di dire cosa è giusto o sbagliato che io faccia". Cerco di attenermi sempre a questa regola e mi guardo bene da dare consigli o suggerimenti, perché solo tu sai quello che stai passando e come lo stai vivendo. Questa storia te l'ho raccontata per condividere con te il concetto della diluizione della rabbia, che a me ha offuscato a lungo le idee e che si è sciolta nel momento in cui ho smesso di continuare ad alimentarla. Non aggiungo altro perché non c'è niente da aggiungere. Se vuoi fallo tu. Mi auguro solo, anche se non ti conosco personalmente, che questa condivisione ti sia di stimolo per le decisioni che devi prendere. Il mantra di questo post è: rabbianograzierabbianograzie
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