L’arte del kintsugi nella leadership

Come di ricorda wikipedia: Il kintsugi (金継ぎ AFI: [kʲĩnt͡sɨᵝɡʲi]), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente "riparare con l'oro", è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore

E' molto poetica questa descrizione: da una ferita può nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.

Nei rapporti personali, per me, non funziona

Sono una persona strana: capace di grandi passioni e dedizione totale e di indifferenza e sprezzo senza possibilità di ricucire se mi sento ferito o disilluso.

Per me, personalmente, nei rapporti personali affettivi e familiari o di amicizia, non c'è kintsugi che tenga, una volta che il vaso si è rotto non è più riparabile e puoi metterci tutta la polvere d'oro che vuoi ma la rottura sarà sempre troppo grande per essere rimarginata.

E' un mio difetto: non credo negli amori di ritorno, non credo nei rapporti che si recuperano dopo grandi ferite, lo raccontano la mia vita e le mie esperienze per cui è inutile che mi illuda: il kintusgi con me non funziona.

Certo, posso praticare una tranquilla educazione sociale, rapporti di cordiale freddezza perché, per un determinato periodo, è necessario interagire o avere a che fare l'uno con l'altr* reciprocamente.

Sono in grado, senza troppe difficoltà, di non fare scoppiare delle guerre palesi o dei conflitti eclatanti ma se penso che tu abbia tradito la mia fiducia è finita.

E' successo con delle persone che ho amato molto, è successo con degli amici che ritenevo "per la vita", è successo con dei soci con cui ho avuto a che fare e altri con cui ho ancora necessariamente a che fare.

Nel lavoro però, il kintusgi può funzionare, anche se non esistono "posti di lavoro" ma persone che lavorano insieme e quindi, lavorare insieme, è sempre un fatto personale.

Ci sono però alcuni distinguo importanti da fare in cui, sul lavoro, posso e possiamo praticare l'arte del kintsugi.

Quando il kintsugi al lavoro funziona?

Il kintsugi al lavoro, se noi siamo al vertice dell'organizzazione o abbiamo ruoli di responsabilità verso altre persone, funziona quando comprendiamo il contesto in cui operiamo noi e opera chi lavora con noi e ci facciamo una serie di esami di coscienza e analisi, prima di decidere che una ferita non si può riparare, te ne elenco alcune:

  • La persona con cui ho una frattura che oggi mi sembra insanabile, è consapevole del mio disagio e io ho provato a mettermi nei suoi panni, indipendentemente dal ruolo che abbiamo sull'organigramma?
  • La persona con cui ho una frattura, se io sono al vertice dell'organigramma, ha chiari quali sono i valori che devono essere condivisi nella nostra organizzazione e soprattutto ho fatto tutto quello che serviva perché li condividesse?
  • Ho dei momenti di confronto regolari con le mie persone, per allinearle e discutere dei valori e delle cose che si modificano, in funzione dei cambiamenti necessari alla mia organizzazione dettati dalle esigenze del mercato?
  • Ho chiaro che se io sono il capo, la persona non necessariamente avrà le mie stesse motivazioni, la mia stessa dedizione e intensità nell'operare? Tra l'altro: non a caso io sono il capo e lui/lei no.
  • Dedico il tempo necessario a parlare, affiancare e aiutare a fare i correttivi alle persone che non sembrano allineate ai valori dell'azienda?

Se faccio tutte queste cose, molto probabilmente, mi accorgerò che non ci sono fratture insanabili e che, chiarendosi, lavorando sui valori comuni e sul futuro invece che sul passato, potrà succedere che le ferite si possano rimarginare, non sempre succede ma è possibile riuscirci, l'ho visto succedere tante volte.

Certo, una volta che una ferita è stata fatta rimarrà la cicatrice, è normale che sia così ma, come il Kintsugi ci insegna, può nascere qualcosa di più bello e prezioso.

Acquisire la leadership in un'organizzazione non è per niente semplice, la leadership non ha un ruolo nell'organigramma e non è che per il fatto che io abbia i gradi sarò rispettato dalle mie persone.

Più in alto siamo nell'organigramma e più siamo visibili: le persone ci osservano e capiscono se quello che diciamo corrisponde a quello che facciamo, è molto semplice da comprendere quando siamo in posizione di subordinati, molto più complicato quando siamo al vertice dell'organizzazione in posizioni in cui, a volte, ci permettiamo di non rispecchiare nelle azioni quello che diciamo nelle parole.

Quando la leadership può creare kintusgi

E' un mio punto di vista personale ovviamente, sulla base delle esperienze che ho fatto in 35 anni di carriera come subordinato, come responsabile di gruppi di lavoro, come imprenditore, non ho la pretesa che sia la verità, ma, si possono creare splendidi kintsugi negli ambienti di lavoro a queste condizioni:

  • Essere in grado di utilizzare spesso le parole più difficili da pronunciare per un essere umano: scusa e grazie.
  • Ammettere i propri errori quanto ci si rende conto di averli fatti o quando ci vengono fatti notare. Ammettere i propri errori senza cercare scuse o giustificazioni, semplicemente usare frasi del tipo:" Ho sbagliato, scusami" se poi riusciamo ad aggiungere anche un "Come posso rimediare?", sarebbe perfetto.
  • Non stancarsi mai di mettersi nei panni degli altri e farsi questa domanda:"Ma come mai questa persona si sta comportando in questo modo?" E chiederglielo, senza fare accumulare per troppo tempo disaccordi e malumori che potrebbero trasformarsi in barriere insormontabili.
  • Non scendere a compromessi con la nostra integrità per raccattare o non perdere un pò di fatturato: questa è la cosa più importante, noi sappiamo, nel nostro intimo, se ci stiamo comportando bene o no, se stiamo lavorando per il bene degli individui ma soprattutto del gruppo. Perché ricordiamoci una cosa fondamentale: in un'azienda, in un gruppo di persone, il bene del gruppo è sempre più importante del bene della singola persona, quand'anche quella persona fossimo noi.

Questa è la cosa più difficile e complicata, quella per cui non esiste una ricetta segreta e non ci sono manuali d'istruzione: riuscire a coniugare le esigenze dei singoli senza intaccare i valori del gruppo.

L'unico modo per riuscirci è sperimentare, provare, aggiungere qualche dubbio alle nostre certezze e avere una visione chiara di dove vogliamo andare.

Leggere, studiare, avere un mentore con cui confrontarsi, un collega, sono tutte cose che possono aiutare a leggere i nostri comportamenti e a farci migliorare nel lavorare e interagire con gli altri.

E' fondamentale avere una visione chiara di dove vogliamo andare, soprattutto in mercati tempestosi e tempi turbolenti come questi che stiamo vivendo.

Può non essere semplice, a volte non si possono fare piani nei minimi dettagli, ma i valori, la direzione, chi vogliamo essere e come vogliamo realizzare i nostri sogni si, quelli dobbiamo averli ben chiari in mente e trasferirli con un'opera di evangelizzazione maniacale alle nostre persone.

Partendo dalle nostre prime linee, che devono essere degli esempi viventi di quello che rappresenta l'azienda, scendendo fin verso i livelli più bassi dell'organigramma che, paradossalmente sono i più importanti.

I livelli più bassi nell'organigramma sono i più importanti per trasferire i nostri valori perché per le nostre prime linee è scontato che vengano abbracciati in toto, fa parte del lavoro di responsabile condividere e sposare i valori aziendali.

Per gli operai, i magazzinieri, i fattorini, non è così scontato e non è nemmeno così dovuto, dobbiamo rendercene conto.

Sono sui livelli più bassi dell'organizzazione ma non sono meno importanti, ricordiamocelo sempre, sono persone che possono decidere o meno, di sposare i valori dell'azienda, dipende da loro, certo, ma molto anche da noi e dal nostro modello di leadership aziendale.

In un'organizzazione che funziona, la leadership scorre potente a tutti i livelli dell'organigramma e sono queste organizzazioni che riusciranno a far vivere ai clienti esperienze d'acquisto meravigliose che creeranno passa parola positivi e aumento del valore percepito dei nostri prodotti e servizi.

E' un grande, immenso, duro lavoro ma, farlo significa riuscire anche a riparare qualche danno, che inevitabilmente nella vita di un gruppo accade, con delle splendide opere di kintusgi.

Il mantra di questo post è: siamonoilesempiopertutti

Per oggi è tutto.

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