L’insegnamento del Colonnello Sanders K.F.C.

Ma chi è il Colonnello Sanders?

Leggi la storia del Colonnello Sanders cliccando qui.

Un personaggio incredibile il Colonnello Sanders: Harland Sanders è diventato famoso per aver fondato Kentucky Fried Chicken, la catena di fast food del pollo fritto, con il suo faccione come logo.

In realtà, per me, la straordinarietà di questo personaggio è un'altra: nato nel 1890 e mancato nel 1980 a 90 anni, ha iniziato ad avere il vero successo nel 1952, quando aveva 62 anni e ha venduto tutto, per 2 milioni di dollari, nel 1964. Un personaggio incredibile che è caduto più volte e si è sempre rialzato, riuscendo a ripartire , a un'età, raggiunta la quale i più pensano alla pensione.

Tu dirai: "Si, ma è un americano, queste cose possono succedere solo in America", può darsi, oppure no, anzi, proprio no, succede anche noi, magari non in modo così eclatante ma succede.

Il Colonnello Sanders ha vissuto molte avventure: nei primi 62 anni della sua vita, ha ottenuto il successo e l'ha perso con la grande depressione del 1929, ha ricominciato da capo e si è risollevato, è caduto nuovamente, nel 1950, perché una nuova superstrada dirottò il traffico che normalmente passava davanti al suo ristorante, si ritrovò senza clienti in un deserto di desolazione. Un pò come quello che successe nella città di Radiator Springs del cartoons Cars, hai presente? No? Leggi la trama del bellissimo cartone animato che trovi cliccando qui

Nel 1950, a 60 anni, si ritrovò con nulla in mano, costretto a vivere in auto, ma riuscì a risollevarsi, e poi la storia è andata com'è andata e due anni dopo trovò il vero successo, vendendo la sua ricetta segreta per cucinare il pollo fritto che diede il via alla rete di fast food in franchising che oggi tutti conosciamo.

Cosa ci insegna la storia del Colonnello?

  • Che la vita è dura e a volte ci pianta dei violenti schiaffoni sul muso che ci ribaltano e ci sbattono per terra, senza pietà.
  • Ci insegna che noi possiamo essere più duri delle circostanze e giocarcela sempre, fino in fondo, perché non è mai troppo tardi, finché siamo in salute e respiriamo. Quindi curiamoci la salute perché è l'unica cosa che conta per poter rimanere sul pezzo, e non è un modo di dire.
  • Che gli errori possono essere capitalizzati, se si sta attenti a non ripeterli e si capiscono: possono diventare quel quid in più di esperienza che fa la vera differenza e ci fa ottenere risultati che gli altri non ottengono.
  • Piangerci addosso può essere terapeutico e consolatorio, anche commiserarci e farci commiserare, ma non paga le bollette, è meglio quindi alzare il culo e darsi da fare.
  • Le possibilità che ci creiamo possono essere infinite e a volte, modificando alcuni paradigmi o credenze che abbiamo, possiamo trovare la via giusta, sperimentando: il Colonnello ottenne il successo, dopo essersi beccato 1009 "no". L'ottenne, non attraverso dei ristoranti suoi, ma attraverso la vendita della sua ricetta segreta, registrata, ad un ristorante, che poi divennero centinaia: la catena di franchising. Lui non è mai stato il titolare della catena di ristoranti ma il venditore della ricetta.

Perché ti ho raccontato questa storia?

Perché è una bella storia. Una storia che offre motivazione e speranza, fino a poco tempo fa non la conoscevo e conoscerla, a suo tempo, mi avrebbe fatto bene.

Non la conoscevo quando una cosa analoga è successa a me: io mi sono re inventato completamente a 55 anni, ribaltando il tavolo e ricominciando tutto da capo. Non è stato per nulla semplice, credimi.

Nella mia carriera imprenditoriale, oramai ultra trentennale, ho trovato il successo, quello che per me è il successo, due volte e due volte l'ho perso.

Tutte e due le volte, l'ho perso per scelte sbagliate e per errori che non sono stato capace a leggere e non ho letto bene: li ho ripetuti, due volte, perché quando mi incaponisco, riesco a farlo bene.

Ti posso garantire che ricominciare da capo, a 55 anni, può buttarti giù in modo veramente brutto. A me è successo: un periodo che non auguro di vivere a nessuno, anzi, no, a qualcuno si.

Certe esperienze ti possono buttare giù in modo veramente brutto o ti possono dare quell'opportunità di rileggere la tua vita professionale, ripercorrerla e provare a capire, provare a capire dov'è stato l'errore, gli errori, che hai fatto tu, non gli altri.

Perché non serve a niente dare la responsabilità agli altri delle scelte della nostra vita. Anche se è facile, anche se è vero, anche se possiamo aver ragione: con la ragione non si pagano le fatture e le bollette.

Il Colonnello Sanders capì che non erano i ristoranti a fare la differenza, ma la sua ricetta segreta proposta ai ristoranti e così fece, modificando il suo modello di business, non la sostanza del suo business.

Io a 55 anni, penso di aver capito quali sono stati i macro errori che ho fatto e, ora che le cose vanno molto bene, cercherò di non farli più, ho modificato strutturalmente alcune componenti del mio business, non il mio business. Sono certo che funzionerà? No, ma comunque ho ancora tanto tempo per rimediare, il Colonnello è ripartito a 62 anni, a me ne mancano ancora un pò per arrivare lì ;-)

A parte gli scherzi

Non ci sono piani B.

Nella vita esiste solo il piano A: quello di cercare di viverla al meglio, per noi stessi prima di tutto, per chi ci sta intorno in seconda battuta. Si, perché se noi viviamo bene quello che facciamo, anche chi ci sta intorno e ci vuole bene ne beneficerà, diversamente non funzionerà nemmeno per chi ci è vicino.

Il piano B è quello su cui fantastichiamo quando cerchiamo di sottrarci alle nostre responsabilità, agli effetti di cause che, in qualche modo, abbiamo generato.

Pensare di avere il piano B può essere consolante, ma non è funzionale alla vita, perché rischia di instillare nella nostra mente l'idea che ci possa essere il piano C, quello D e così via. Non è così.

C'è solo il piano A, che può avere mille declinazioni e altrettante varianti su cui possiamo discutere, ma il piano A prevede che le nostre scelte, nel bene e nel male, dipendano solo da noi, anche quando le circostanze possono essere avverse.

Noi, oggi, stiamo vivendo gli effetti di quello che abbiamo generato nel passato. Noi oggi stiamo generando delle cause, i cui effetti si vedranno nel futuro.

E' il principio di causa-effetto: è semplice da comprendere, più difficile è accettare che i tempi non si manifestando secondo i nostri desideri, non siamo noi che decidiamo il tempo, ma siamo noi che sappiamo se stiamo investendo bene il nostro tempo. Se siamo in linea con quello che vogliamo essere e fare. Essere e fare sono sequenziali e conseguenti.

E' il nostro modo di pensare che determina le azioni che faremo e pensare di avere un solo piano A, secondo me, aiuta a farci assumere la responsabilità dei nostri risultati. Sempre.

Questo è quello che cerco di trasferire ai clienti che quotidianamente si affidano a me per i loro piani di allenamento d'Impresa e di crescita. Questo è quello che cerco di vivere personalmente, quotidianamente, mentre sviluppo il mio piano A.

Il mantra di questo post è: pianoAcomesenoncifosseundomani

Per oggi è tutto.

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