Orgogliosi di essere italiani ed europei non è lo slogan di una campagna politica, ma la sensazione che ho avuto questa mattina durante la puntata di "7" la rubrica di Palestra d'Impresa che insieme a Valerio Tagliacarne conduco sui nostri canali social su LinkedIn qui e sul nostro gruppo chiuso su FB Palestra d'Impresa qui.
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Oggi, abbiamo avuto un ospite d'eccezione: Pietro Francesco De Lotto, Presidente della commissione consultiva sui cambiamenti industriali presso il CESE a Bruxelles.
Il titolo della puntata era: "Il cambiamento è un fatto, minacce e opportunità per il futuro delle imprese".
Con il presidente De Lotto abbiamo avuto un'ora di botta e risposta su tanti temi, se vuoi guardare la puntata integrale clicca qui, non sarà tempo perso
In un'ora non si può sviscerare un tema così complesso come il futuro delle imprese ma ci sono stati alcuni passaggi che mi hanno colpito e che voglio telegraficamente condividere con voi.
I bullet point per le nostre imprese
- Noi siamo la nostra minaccia
- Non cercare risposte nuove a domande vecchie
- Essere aperti alle innovazioni tecnologiche
- Essere sostenibili per l'ambiente fin dal pensiero
- Giocare in anticipo
- Pensare fuori dagli schemi
- Siamo un soggetto sociale e abbiamo delle responsabilità verso l'ambiente in cui siamo inseriti e le persone che lo vivono
- Non cercare risposte ma farsi domande per le quali costruire risposte
Sono otto riflessioni che non voglio sviscerare in questo articolo, è quello che mi è rimasto e su cui voglio lavorare, per me, per la mia azienda, con chi lavora con me.
Confrontarsi con persone che hanno una visione d'insieme più ampia della mia e hanno l'autorevolezza, l'esperienza e la competenza per raccontarci quello che spesso noi non riusciamo a vedere, è di grande aiuto.
Guarda la puntata, magari i tuoi bullet point saranno diversi dai miei e ci sta, perché ognuno di noi raccoglie informazioni in modo differente e le applica in modo differente.
Per questo è così importante confrontarsi quotidianamente con altri attori, farsi contaminare, investire tempo a leggere, studiare, formarsi.
Il mondo è in cammino, velocemente, molto più velocemente di quello a cui siamo abituati, e noi non possiamo stare solo sul pezzo a tirare di lima o avvitare un bullone facendo gli operai di noi stessi invece che gli imprenditori, indipendentemente dalle nostre dimensioni e dalla nostra estrazione sociale.
Presto che è tardi, lavoriamo su di noi e con i nostri collaboratori per costruire l'Italia e l'Europa del futuro, perché noi abbiamo la responsabilità sociale di farlo, senza aspettare l'arrivo del settimo cavalleggeri... che poi ha fatto anche una brutta fine.
Ma perché ho dato quel titolo all'articolo?
Perché fare impresa, soprattutto in Italia non è per niente semplice, ma siamo forti, siamo bravi, siamo in grado di tirare fuori sempre il meglio da noi stessi e dalle nostre persone.
Spesso soffriamo di un terribile complesso di inferiorità e ci sminuiamo, ma noi italiani, non siamo secondi a nessuno se solo riusciamo a coniugare inventiva e organizzazione, sogni e disciplina, buoni propositi e piani operativi.
Lo possiamo fare perché siamo in grado di farlo, facciamolo.
Iniziamo ad essere orgogliosi, non boriosi, di essere sia italiani che europei e pensiamo a cosa possiamo fare noi per fare andare bene le cose, a prescindere da tutto.
Il mantra di questo post è:forzaonorecolorealzatiefattura