Non è una passeggiata e non lo sarà nemmeno dopo, ma finirà, come tutto.
Panta rei, tutto scorre, sono i cicli e ricicli delle nostre piccole esistenze in un quadro più generale nel quale siamo poca cosa.
In queste settimane, siamo frustrati, arrabbiati, impauriti, preoccupati e ci è caduto addosso il mondo, ma sono settimane, sono solo 504 ore dall'inizio dell'isolamento, 21 giorni fa, per chi vive al nord, meno per tutti gli altri.
Tre settimane che potranno diventare quattro o cinque, non di più, quand'anche fossero sei, sette, non di più.
Una manciata di ore, circa 1000 al massimo, cosa sono? Il corona virus? Panta rei. Anche lui.
Ricordiamocelo, questo corona virus, non tra sei mesi, quando sarà ancora fresco nella memoria, ma tra tre o quattro anni, quando inizierà ad essere annebbiato, quando i ricordi sbiadiranno e la quotidianità ci travolgerà.
Perché tornerà tutto come prima: lo stress, la velocità, i ritmi, l'inquinamento e dal Canal Grande di Venezia spariranno nuovamente i pesci per lasciar posto al pattume e alla puzza, perché sarà così. Panta rei.
Tornerà tutto come prima?
Si, tornerà tutto come prima: in ogni epoca, in ogni crisi, emergono gli istinti più bassi e più nobili di questa bizzarra specie alla quale noi apparteniamo.
Non cambia niente, la nostra specie è così: atti di grandissima generosità, azioni schifose e luride. E' sempre stato così e così sempre sarà.
Rispetto a tutte le crisi e a tutte le catastrofi precedenti, l'unica differenza è che questa è mediaticamente coinvolgente.
Una catastrofe vissuta in diretta a colpi di chat, le notizie corrono di bocca in bocca, come sempre, ma questa volta amplificate dalla rete, che fa da cassa di risonanza in maniera impressionante.
Facendocela percepire in modo molto drammatico, non che non lo sia, ma la percezione è estremamente amplificata, rendendola ancora più terribile e paurosa di quanto non sia.
Ma quello che sta succedendo, a noi umani, è sempre successo e sempre succederà. Non è niente di speciale o di straordinario, andiamo a leggere la storia, succede, da sempre. Succederà, sempre.
Dipende da noi, come sempre.
Si dice: Non sono gli accadimenti che contano, è come reagiamo a quello che ci accade che fa la differenza.
Mai come in momenti di crisi abbiamo l'evidenza che è vero.
Come imprenditore, come persona, come consulente d'azienda, lo sto vedendo e toccando con mano in queste settimane.
Cinquecentoquattro ore che valgono anni di esperienza, cinquecentroquattro ore in cui sto vedendo l'applicazione pratica di tutte le teorie studiate e insegnate in trentacinque anni di attività: 504 contro 306.600, che sono, circa, le ore di trentacinque anni.
C'è chi usa queste giornate per formarsi, per organizzarsi, per studiare, per migliorare, consapevole del grande problema che stiamo vivendo, ma guardando avanti, come ha sempre fatto e come sempre farà.
C'è chi si lamenta, del fato, del destino, del governo, del momento, del tempo, di tutto, e urla e strepita pretendendo, quando magari non ha mai dato, come sempre ha fatto e come sempre farà.
E' sempre stato così e così sarà sempre.
Ma, in situazioni di crisi, di estrema necessità e un pò più semplice cambiare qualche abitudine, non perché siamo più bravi, ma perché siamo costretti.
Questo è il tempo di cambiare qualche abitudine, perché siamo costretti. Queste sono giornate eccezionali, in cui qualcuno di noi, io per primo, potrebbe decidere, davvero di diventare una persona migliore.
Dipende da noi, non dal corona virus, dipende da noi, individualmente. Panta rei.
Una crisi in ogni vita
Non mi ricordo dove l'ho letto, per cui potrei anche essermelo sognato, ma si dice che ogni persona nel corso della sua vita, viva almeno una grande catastrofe globale: una guerra, un disastro naturale, in questo caso un'epidemia globale.
Qualche persona ne vive più di una, ma una è sufficiente a decidere come ne vogliamo uscire.
I miei genitori hanno vissuto una guerra mondiale devastante, io e i miei figli stiamo vivendo questa.
I miei genitori hanno vissuto anni di terrore, di fame e di stenti durante la guerra, quella vera, hanno perso tutto, ma veramente tutto, ai miei genitori è stata rubata l'infanzia, per anni. Ma sono andati oltre e hanno vissuto, come sempre succede.
Io e i mei figli stiamo vivendo 504 ore, forse 1000 di riposo forzato a casa, la differenza è sostanziale, non lo riusciamo a percepire? Certo, sono preoccupato, per l'economia, per l'azienda, per il fatturato, sono preoccupato, ma esiste una netta differenza tra quello di cui devo preoccuparmi io e quello di cui si deve preoccupare chi vive una guerra, una guerra vera.
Di cosa stiamo parlando realmente, qual è il dramma che stiamo vivendo, realmente? Riflettiamo su questo prima di abbatterci e pensare che non riusciremo a rialzarci.
Dipende dal nostro atteggiamento, questa volta per davvero, non dal COVID-19
Perché tutto scorre, e scorrerà anche questo, tra poche settimane, ripartirà tutto come prima.
E noi? Come avremo deciso di essere quando tutto sarà finito? Perché tutto scorre, ma noi, rimaniamo.
Il mantra di questo post è:pantareiiono
Per oggi è tutto.