Seminiamo fiducia

Seminiamo fiducia contro il corona virus e andiamo avanti: non è un titolo da stupido ottimismo.

Faccio l'imprenditore da 30 anni e ne ho viste di tutti i colori, ho pagato sulla mia pelle tante stupidaggini che ho fatto e eventi che sono accaduti.

Ho goduto per effimeri successi e per solide certezze costruite, io, le aziende, mie e di altri, in cui ho lavorato hanno attraversato crisi, guerre, attentati, sfiducia, euforia, momenti up e momenti down.

E' la vita, fatta di alti e bassi e di momenti più o meno interessanti, drammatici o positivi.

Seminiamo fiducia

Ancora una volta, se mai ne avessimo avuto necessità, assisto basito a un'incapacità totale di chi è al vertice dell'azienda Italia a gestire un'emergenza come quella del corona virus che, se sbagli comunicazione e strategia di marketing come si è sbagliato fino ad oggi, ci fa rischiare veramente grosso.

Come ho già scritto sui social la nostra classe dirigente è impreparata, non ha i fondamentali, completamente incompetente in termini di comunicazione e marketing.

Siamo noi che dobbiamo fare la nostra parte con responsabilità.

A noi imprenditori nessuno ci aiuta, dobbiamo cavarcela da soli: tranquillizzare i nostri dipendenti, seminare fiducia e continuare a lavorare.

Certo, la situazione è critica, non va sottovalutata, ma se ci facciamo prendere dal panico noi cosa succederà quando quest'emergenza, vera, ma irresponsabilmente pompata, sarà finita?

Io lavoro in tutta Italia, viaggio molto, come molti di voi.

Guardo i dati, mi faccio un'idea e rimango basito quando sento qualcuno che mi chiede:" Ma perché non stai a casa, sei sicuro la prossima settimana di muoverti? Sai, sei un piemontese, che vive in Lombardia e lavori tanto in Veneto". Diciamo che sono il prototipo del potenziale untore.

Nessuno ragiona, si pensa che questa grave influenza si trasmetta per contatto, toccando una maniglia, maneggiando una bottiglia di vino, c'è un'irrazionalità che non mi stupisce, ne parlava già nel 1895 Gustave Le Bon dibattendo della psicologia delle folle, leggi qui

Cito: " Dal solo fatto di essere parte di una folla, un uomo discende da generazioni su una scala di civiltà. Individualmente, potrebbe essere un uomo civilizzato; nella folla diviene "barbaro" in preda all'istinto. Possiede la spontaneità, la violenza, la ferocità, e l'entusiasmo e l'eroismo dei primitivi, tendente ad assomigliare dalla facilità con cui si lascia impressionare dalle parole e dalle immagini — che sarebbe del tutto priva di azione se messa in atto da ogni singolo individuo isolato — indotta a commettere atti contrari ai suoi interessi più ovvi e alle migliori abitudini. Un individuo nella folla è un granello di sabbia fra altri granelli di sabbia, mossi dalla volontà del vento"

E' la situazione che stiamo vivendo.

In questo frangente siamo vicini all'irrazionalità pura: non c'è nessun indicatore che il mondo finirà e che questa epidemia porterà all'estinzione della razza umana.

Eppure, facciamo parte della folla, il nostro cervello rettile reagisce in modo assurdo.

Che fare?

Noi, che abbiamo responsabilità di altre persone, che siamo a capo di gruppi di lavoro o che abbiamo un minimo di visibilità non dobbiamo perdere la testa.

Essere giustamente preoccupati si, ma perdere la testa no: se comandiamo dei gruppi non possiamo essere degli irresponsabili.

La nostra gente ci guarda: più in alto siamo nell'organigramma e più siamo visibili.

Se noi ci caghiamo in mano, immagina l'effetto che fa sulle persone per cui dovremmo essere dei riferimenti.

Guarda le dichiarazioni e le azioni che hanno fatto in questi giorni i nostri politici:

  • L'idiota sceneggiata della mascherina sbagliata, messa anche al contrario del governatore della Lombardia
  • Il suicidio in termini di danno all'economia del turismo del governatore della Sicilia
  • Il folcloristico annuncio del sindaco di Ischia nei confronti dei cittadini del nord
  • La dichiarazione contro i cinesi mangiatori di topi del governatore del Veneto
  • L'assoluta mancanza di consistenza comunicativa dei nostri massimi esponenti politici

Cito questi casi ma ne abbiamo a centinaia, tutti i giorni.

Sono certo che non vengono fatti in malafede, altrimenti queste persone andrebbero rimosse immediatamente, vengono fatte da persone che non sono preparate a gestire emergenze vere, a livello professionale.

Sono fatte da persone che non rischiano in proprio, come noi imprenditori, non falliscono loro personalmente se le cose vanno male.

Con le loro dichiarazioni sciocche e irresponsabili, male che vada non verranno rieletti ma non perderanno case, patrimoni e aziende.

Non gli verranno pignorati i beni perché insolventi.

A noi imprenditori invece succede diversamente.

Quando sbagliamo, paghiamo in prima persona e pagano con noi i nostri collaboratori.

Se le nostre aziende vanno male, saltiamo noi, saltano le nostre certezze, veniamo aggrediti a uccisi.

E' così.

Cosa mi vuoi dire?

Voglio dirti, che noi imprenditori, siamo certamente molto più preparati a gestire emergenze vere, quelle che tutti i mesi dobbiamo risolvere per fare andare avanti le nostre aziende in mari e mercati tempestosi e turbolenti.

Noi imprenditori non dobbiamo perdere la testa perché abbiamo le capacità per non perderla.

Capacità a cui ci alleniamo tutti i giorni, nelle nostre piccole aziende, senza fare conferenze stampa, senza sbraitare al mondo le nostra disperazione.

Noi quando abbiamo un problema proviamo a risolverlo e spesso ci riusciamo.

Per questo dobbiamo essere ottimisti: perché è nella nostra natura.

Un imprenditore che non è ottimista, soprattutto in questo nostro Paese, così bello ma così terribile, è un imprenditore morto, per default.

Concludo

E' nostro dovere morale tenere gli occhi aperti, non sottovalutare le situazioni, ma non farci prendere dal panico.

Per noi, per le nostre aziende, per le nostre famiglie, per i nostri collaboratori e le loro famiglie.

Fare l'imprenditore significa avere dei doveri sociali: in queste settimane convulse è venuto il momento di ricordarcelo e di tirare fuori le palle per esercitarli.

Forza colleghi: abbiamo attraversato e attraverseremo, tempeste ben più gravi e pericolose di questa influenza che, seppur grave e pericolosa è un'influenza, non è la peste nera.

Non facciamoci prendere dal panico, non facciamo andare in pappa il cervello, non crediamo a quello che ci raccontano i giornalai per vendere titoli urlanti e i persone troppo stupide e incompetenti per riuscire a gestire una grande difficoltà come questa.

Ascoltiamo gli esperti, quelli veri, e andiamo avanti, con fiducia.

Io per quanto mi riguarda, ho prenotato le ferie, non ho cancellato nessun impegno e non lo farò, non perché sono incosciente ma perché penso di essere coscienzioso e responsabile.

E' un fatto di responsabilità: quanta responsabilità siamo disposti a prenderci prima che ci venga data? Lo discuto sempre nei miei percorsi di crescita con i miei clienti.

In questo caso, noi imprenditori la responsabilità l'abbiamo, facciamo in modo che emerga in modo positivo e non distruttivo.

Io ho fiducia.

Il mantra di questo post è: dipendedanoicomereagiamoaglieventi.

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