Vivere con un insegnante ai tempi del corona virus: ti conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto noi essere umani siamo capaci di adattarci alle situazioni più difficili e impreviste e andare avanti.
In questi giorni di emergenza dovuta al corona virus, gli insegnati devono sfoderare tutte le loro abilità, inventiva e fantasia per trovare il modo di garantire un minimo di continuità didattica ai loro ragazzi.
Io vivo con un insegnante. Maria Elena insegna matematica e scienze in una scuola media di Pavia.
In questi giorni, contrariamente al solito, anche io ho avuto qualche giorno in cui ho lavorato da casa e ho potuto osservare le dinamiche che si sono innescate tra gli insegnanti, nel gestire questa emergenza capitataci tra capo e collo.
Quello che scrivo in questo articolo, si riferisce a ciò che io sto vedendo in relazione agli insegnanti della scuola media in cui lavora Maria Elena, non conosco le altre realtà ma posso immaginare e auspicare situazioni analoghe.
Il problema grande è stato all'inizio l'incertezza: "Cosa faremo? Cosa succederà? Per quanto tempo?"
Incertezza che però ha lasciato subito spazio al grande quesito che ogni insegnante responsabile in questi giorni si è fatto:" Come faccio a non lasciare soli i ragazzi e dargli supporto e continuità?".
Come faccio a farlo se non abbiamo gli strumenti, se l'e-learning non è normalmente in uso e soprattutto se non ho le competenze e la praticità con sistemi e supporti informatici?
Mi arrangio
Mi arrangio, questo è il mantra e il filo conduttore che ho visto scorrere potente tra Maria Elena e le sue colleghe: ci arrangiamo e facciamo, qualche modo lo troviamo e facciamo, non lasciamo soli i ragazzi.
Sperimentiamo, proviamo, ci prendiamo qualche rischio pur di non mollare i ragazzi a se stessi.
Perché il rischio, in questi giorni, è che i ragazzi pensino che questo periodo sia un'inaspettata occasione di fare vacanza ed è normale che siano un pò lassisti, distratti , è normale che non si preoccupino più di tanto della didattica, in fondo, sono in vacanza ;-)
Se io fossi al loro posto e con la loro età farei la stessa cosa.
Quindi, in queste due settimane ho visto un proliferare di video chiamate, skype call, app di apprendimento a distanza scaricate.
Ho visto liste broadcast create e utilizzate che nemmeno un esperto di marketing ci sarebbe riuscito in così poco tempo.
Allievi smanettoni che si sono ingegnati a dare suggerimenti e istruzioni ai Prof. che le hanno accettate di buon grado, ho visto Prof. e allievi fare gruppo.
Ho visto persone responsabili e appassionate
Sicuramente ci saranno alcuni docenti che in questo periodo vedono l'occasione di non lavorare, di fare di meno di quello che già di solito fanno, ci sta.
Ma voglio pensare che la maggior parte dei docenti oggi sia come Maria Elena e le sue colleghe: pieni di inventiva e di tempo dedicato a studiare metodologie alternative.
Ho visto che gli allievi, se ti prendi cura di loro rispondono: ragazzini che alle 22.00 rispondono al messaggio broadcast inviato al pomeriggio scrivendo:"Prof. non mi riesce il problema" e ti viene da dire:"Ma non è ora di dormire?" Poi ti rendi conto che serve un minimo di metodologia, qualche procedura, te la inventi e la diffondi con un mini tutorial, fai da te ma efficace.
Fai un video, ti inventi una procedura e continui a lavorare, a "servire", perché fare l'insegnante è una missione e mai come in questi giorni si vede chi il suo mestiere lo vive come una missione, e sono in tanti a viverlo così, lo sto vedendo.
Ricordiamocelo
Ricordiamoci che gli insegnanti sono i custodi del nostro futuro. Sono i precettori dei nostri ragazzi e ragazze e noi affidiamo a loro il destino del nostro paese nel medio e lungo termine.
Ricordiamocelo, quando questa emergenza sarà finita, perché finirà, che dotare gli insegnanti degli strumenti giusti, degli strumenti moderni, non è un costo folcloristico e inutile ma un investimento per il futuro.
Perché in questa emergenza si stanno arrangiando come possono e ci stanno riuscendo, ma per il futuro dobbiamo pensarci anche noi, noi inteso come Paese.
Ho una grande stima per questi uomini e donne che sperimentano, testano e provano cose nuove, con difficoltà, errori, qualche parolaccia contro il computer che non risponde come previsto o l'app che non funziona come ci si immaginava.
Avere un problema e gestirlo per un bene superiore, il bene dei nostri ragazzi, lamentandosi il giusto ma agendo e trovando soluzioni: questo è quello che sto vedendo vivendo a fianco di un'insegnante ai tempi del corona virus.
Sono molto orgoglioso di vivere vicino a un'insegnante così.
Anche in questo caso, come nella mia vita professionale e imprenditoriale, ancora una volta ho avuto la conferma che non conta il problema che ci troviamo ad affrontare, conta l'atteggiamento che abbiamo di fronte al problema.
Grazie a tutti gli insegnanti che in questi giorni sono in trincea, per noi e per i nostri ragazzi, a lavorare senza alcun supporto che non sia la loro libera iniziativa, dedizione, abnegazione e senso del dovere. Grazie davvero, siete dei grandissimi professionisti.
Grazie Maria Elena, sei un esempio per me di professionalità e dedizione.
Il mantra di questo post è: cisonopersonespecialiintuttiifrangenti
Per oggi è tutto.