Ho visto cose che voi umani...
La frase, entrata nella storia del cinema, la pronuncia
Rutger Hauer nel ruolo del replicante morente in Blade Runner, questa è la versione originale:"
Io ne ho viste cose, che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi B, balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti i quei momenti andranno perduti, nel tempo, come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire".
Qui puoi vedere il filmato
Io non penso proprio di morire, almeno, non ancora, toccando tutto quello che c'è da toccare, ma lo trovo un pensiero calzante per questo post.
Senza voler esagerare, quello che dice il Replicante,
è un pò quello che penso io quando qualche cliente, al primo approccio, mi dice:"Si, ma tu non capisci" oppure "Certo hai ragione, ma la mia azienda è diversa" o ancora :"Il nostro settore non lo conosci è un gran casino da noi".
Ecco, ho scelto di fare questo mestiere, l'imprenditore e professionista nel mondo della consulenza manageriale, anche per evitare che "tutti i momenti vadano perduti, nel tempo, come lacrime nella pioggia": perché non è ancora tempo di morire, ma di riappropriarsi dei propri perché e continuare a crescere.
Si, perché quello che penso di poter trasferire ai miei Amici e Colleghi Imprenditori sono
30 anni di attività imprenditoriale e di consulenza come allenatore d'impresa: ho avuto 14 società, 19 soci, momenti belli e brutti, successi e insuccessi, baratri in cui sono sprofondato per poi risalire e vette raggiunte da cui ho visto meravigliose albe. Con qualche acciacco, ma ancora qui, in piedi.
Trent'anni di grandi avventure.
E' motivo di grande orgoglio per me.
E se pensi che sia presuntuoso e vanesio a scriverlo, si hai ragione, in questo caso lo sono. Machissenefrega, questo è il mio blog.
Ti racconto la mia storia:
Ti racconto la mia storia semplicemente, perché, se mi leggi e se stai pensando di avere a che fare con me per lavoro, è giusto avere una bio un pò completa, per farti un'idea, per conoscermi un pò.
Sono diplomato in elettronica, incredibile, io che non so nemmeno cambiare una lampadina: perito elettronico nel 1981.
- Mi piaceva molto andare a scuola ma non ho fatto l'università, perché non ne avevo la possibilità economiche, sono cresciuto in quartiere popolare di Torino: Barriera di Milano/Falchera, uno di quelli di frontiera, dove era più semplice finire male che avere una vita regolare. A diversi miei amici è successo, di non finire bene.
- Ho iniziato a lavorare il giorno 1 settembre 1980, avevo 17 anni, in Michelin, dopo le scuole professionali dai salesiani, da cui sono uscito con la qualifica di elettromeccanico. I salesiani: mi hanno insegnato la cultura del lavoro e del risultato, una bella scuola di vita, sono agnostico, ma a loro devo molto per la mia formazione di base. Sono stato assunto in Michelin, due mesi dopo la qualifica, erano altri tempi, quelli, per trovare lavoro: operaio, addetto alla manutenzione delle presse di stampaggio dei battistrada, nello stabilimento di Corso Romania a Torino, squadra elettricisti. Un bel lavoro di merda: 144 presse in batterie da 12 da manutenere e tenere in efficienza, con il costante puzzo della gomma bruciata e la polvere di nerofumo che entrava nelle nari e che mi ha in parte bruciato definitivamente l'olfatto. Uno stabilimento che produceva 12.000 pneumatici al giorno, per 220 giorni l'anno, H24. E' stato in Michelin che ho compreso la potenza dell'industria quando tira: dove caspita vanno a finire 12.000 pneumatici al giorno, 2.640.000 all'anno, prodotti in quell'unico stabilimento?
- Ho preso il diploma alle scuole serali mentre facevo il turnista alla Michelin, l'azienda mi ha concesso di fare per due anni il primo turno fisso, dalle 06.00 alle 14.00, mentre nei giorni di ripresa degli impianti, dopo le fermate di fine settimana, dalle 05.00 alle 13.00, ecco perché mi alzo presto al mattino, non è un vezzo, è un imprinting, un trauma giovanile subito. Una volta diplomato, mi sono iscritto all'università di Padova, facoltà di psicologia, studente lavoratore, all'epoca questa facoltà era solo a Padova o a Roma, fin da ragazzino mi affascinava la psicologia. Mi ricordo l'unico esame sostenuto: psicologia dell'età evolutiva, quel giorno non aveva assistenti, esaminava il barone, il professor Petter, lo ricordo perché oltre a Freud erano scritti da lui, i libri su cui avevo studiato, mi siedo, mi squadra e dice:"Non l'ho mai vista a lezione", io: "Sono uno studente lavoratore non frequento". Lui:"Non mi interessa, non pensi di avere un trattamento di favore per questo". Ti ho chiesto qualcosa? Ho pensato. In quel momento ho capito il vero classismo, quello peloso, fastidioso. Ho preso 27, vaffanculo professore.
- Nel frattempo mi ha assunto l'Olivetti, sono stato il primo della famiglia a diventare impiegato, orgoglio di papà, sono entrato nel dipartimento di assistenza al marketing e al commerciale delle 53 consociate estere, trasferendomi a Ivrea. Olivetti: un'azienda fantastica, io l'ho vissuta, anche se era già nella sua fase di parabola discendente, ma si respirava ancora il mood della fabbrica utopica voluta da Adriano. L'Olivetti ha iniziato a mandarmi in giro per tutto il mondo, un'esperienza di vita e di lavoro fantastica, per un ragazzo di barriera che non era mai uscito dal suo quartiere. Ho lasciato l'università perché non avevo la testa per continuare. L'università è uno dei sogni chiusi nel cassetto e non è detto che non lo riapra, questo cazzo di cassetto, perché, diciamolo pure: scrivere nel curriculum "laureato all'università della vita" è parecchio da coglioni, eppure lo leggo spesso;-). Una grandissima esperienza quella in Olivetti, una delle migliori che un giovane sbarbato, all'epoca, potesse fare.
- Mi sono licenziato dall'Olivetti per un disaccordo con i miei capi sulle scelte di mansione, riferite alla mia potenziale carriera. Si, sono sempre stato un tipo strano da questo punto di vista, piuttosto istintivo. Sono andato a lavorare, da dipendente, in una piccolissima azienda di elettronica, oggi si chiamerebbe "start up" allora era una "boita fandaiman" , a stipendio ridotto rispetto all'Olivetti. Un'azienda piccolissima in cui io ho visto la mia opportunità: la P.M.S. Peripheral Magnetic System, in cui eravamo due dipendenti più il titolare. Quella che sarebbe diventata la mia prima avventura imprenditoriale. L'azienda che mi ha permesso di scambiare i risultati che avrei portato dal punto di vista di sviluppo commerciale e marketing con quote societarie. La mia avventura imprenditoriale è iniziata qui, in P.M.S. Era il 1987, di seguito ti racconto tutte le aziende in cui ho avuto partecipazioni:
- P.M.S., Ivrea, 8 dipendenti, settore produzione e commercio elettronico e informatico, mi sono occupato dello sviluppo commerciale e marketing con l'incarico di sviluppare il business, nel tempo ho acquisito delle quote grazie al raggiungimento dei risultati prefissati.
- 2PMS, Milano, socio fondatore, una costola di P.M.S. 5 dipendenti. Di questa azienda sono stato inizialmente socio e poi ne sono diventato il liquidatore, quando l'abbiamo chiusa in modo brutto e feroce, mettendola in concordato preventivo, perché ci siamo accorti che uno dei soci milanesi rubava. Una decisione che oggi, a mente fredda, ritengo sbagliata, allora fu vissuta d'impulso e me la sono smazzata per 5 anni. La gestione di un concordato preventivo fatta quando hai 32 anni, chiuso con il pagamento del 60% a tutti i fornitori, senza fallire e la liquidazione di una società che fattura diversi miliardi di lire, credimi, non è uno scherzo. E' stata una bella avventura dal punto di vista di esperienza e di stress operativo. I primi capelli bianchi sono arrivati qui.
- Pro.Co.El. Ivrea, 25 dipendenti, nel tempo ho acquisito le quote grazie al raggiungimento dei risultati prefissati, settore metalmeccanico, produzione cablaggi. Operativamente mi sono occupato di Marketing e sviluppo commerciale Italia e estero. Sono stato amministratore delegato
- Tema.s.r.l. Ivrea, 15 dipendenti, nel tempo ho acquisito le quote grazie al raggiungimento dei risultati prefissati, settore metalmeccanico, produzione montaggi gruppi e cablaggi. Operativamente mi sono occupato dell'organizzazione della produzione, ero responsabile delle risorse umane, in contemporanea con le attività di Pro.Co.El.
- I.C.S. s.r.l. Ivrea, 2 dipendenti, socio fondatore, settore commercio elettronico e informatico. Non avevo ruoli operativi.
- Cablesystem s.r.l. Cagliari, 30 dipendenti, socio fondatore, settore metalmeccanico, produzione montaggi gruppi elettromeccanici e cablaggi. Era una costola di Pro.co.el. Responsabile delle risorse umane. Sono stato amministratore delegato
- Avane s.r.l. Ivrea, 0 dipendenti, socio fondatore, settore servizi, autonoleggio, un gioco aperto con i miei soci, nessun incarico operativo.
- Lediwire s.r.l. Ivrea, 15 dipendenti, socio fondatore, settore metalmeccanico, produzione cablaggi. Non avevo funzioni operative, era una costola di Pro.co.el
- Connect s.r.l. Ivrea, 5 dipendenti/collaboratori, socio fondatore, settore servizi telefonici. Partner prima Infostrada e poi Wind. Mi sono occupato di tutta la gestione con le case mandanti e i rapporti commerciali. Amministratore delegato.
- Microskill s.r.l. Ivrea, 4 collaboratori, socio fondatore, settore servizi, società di consulenza manageriale. Mi sono occupato dello sviluppo marketing e commerciale, oltre che della direzione tecnica e dell'erogazione dei servizi. Amministratore Delegato, ho curato la liquidazione della società, chiusa in attivo, per divergenze di visione tra i soci.
- Falorni s.r.l. Serravalle Pistoiese (PT), 50 dipendenti, Inizialmente i soci dell'azienda erano miei clienti poi, nel tempo, ho acquisito le quote grazie al raggiungimento dei risultati prefissati, settore farmaceutico, lavorazioni conto terzi. Mi sono occupato del marketing e delle risorse umane in un momento di grande trasformazione della società.
- Casa Imbastita Campus s.r.l. Scicli, 3 dipendenti, Socio fondatore, settore servizi, turismo. Mi sono occupato del marketing e dello sviluppo commerciale.
- IBC s.r.l. Scicli, Socio fondatore, 6 dipendenti/ collaboratori, settore servizi, società di consulenza manageriale. Mi sono occupato dello sviluppo marketing e commerciale oltre che della direzione tecnica e dell'erogazione dei servizi.
Quindi:
13 partecipazioni in società in trent'anni di carriera, con 19 soci diversi tra le varie società.
Alcune di queste partecipazioni le ho vendute molto bene, alcune in rimessa, anche pesante, alcune sono state chiuse per disaccordi tra soci, nessun fallimento legale, tanti problemi risolti, tante soluzioni trovate. Tante cicatrici, alcune belle medaglie.
Una grandissima esperienza operativa sul campo, in differenti teatri operativi.
Nel frattempo, in contemporanea con alcune delle partecipazioni societarie ho fatto il
libero professionista, da gennaio 2000 a dicembre 2010 e ora nuovamente da ottobre 2018, sempre nel settore della formazione e della consulenza manageriale, anche con incarichi come temporary manager, nel settore tessile e odontoiatrico.
Perché ti ho raccontato la mia storia?
Perché l'altro giorno ho scritto un post dal titolo:
"Gli imprenditori odiano i consulenti" che
puoi leggere qui
Un post in cui parlo dell'importanza, per un consulente, di essere in grado di parlare la lingua del suo cliente e di sapere cosa sta vivendo e provando lui/lei, pur non essendo mai stato nelle sue mutande.
Questo post di oggi è una sorta di curriculum "parlante" molto informale ma operativo. Questo è il primo motivo.
Il secondo motivo è che, dopo l'ultima avventura in società con altre persone, chiusa a novembre scorso, esattamente come tutte le altre volte, mi sono detto:"
Non farò mai più società con qualcuno, o meglio la farò solo con un gruppo di persone in numero dispari inferiore a tre".
E invece, dopo pochi mesi,
sono qui, a valutare seriamente una nuova avventura che mi affascina molto, settore produttivo di una categoria merceologica che mi piace moltissimo, una bellissima idea da rilanciare e far crescere, con due persone, che non conosco in modo approfondito, anche se ci conosciamo da anni, che però mi danno affidamento, perché penso che abbiano gli stessi valori che ho io.
Per fare società, non è sufficiente essere amici e non è sufficiente trovarsi bene con le persone: lo so perché l'ho pagato sulla mia pelle e a volte lo hanno pagato altri, nei miei confronti, sulla loro pelle. A volte l'amicizia può essere un ostacolo, non un viatico.
I valori: sono i valori a fare la differenza, sempre. Quando io mi sono separato dai miei soci, sono entrati in campo i valori miei rispetto ai loro e la differenza di visione in merito al business, sempre.
In questi giorni stiamo ragionando di numeri, analisi di fattibilità, business plan, visione e operatività, ma soprattutto di valori che ci accomunano, che, nel caso partissimo con l'operazione, andranno sanciti con il sangue e rivisti e riallineati costantemente. Perché, durante il cammino, ci saranno ostacoli e nemici e se i valori non sono allineati si disgrega tutto.
L'ho visto succedere, oltre i bastioni di Orione ;-)
Perché senza valori condivisi non si va da nessuna parte, sono solo quelli che tengono insieme le persone.
Non abbiamo ancora acceso il semaforo verde ma, se lo faremo, sarà presto e ci sarà da divertirsi.
Perché una volta che hai giocato a fare l'imprenditore o il libero professionista e sei sopravvissuto, non puoi più smettere, perché a volte è frustrante, spesso è demotivante, gli intoppi, gli impicci, i problemi sono sempre dietro l'angolo e il nostro socio di maggioranza, comune a tutti gli imprenditori e liberi professionisti, rema contro e incassa a prescindere, ma è il mestiere più bello del mondo, insieme a quello del venditore.
E' l'unico mestiere che ti permette di determinare in autonomia quello che succederà, gli imprenditori, i liberi professionisti o i venditori veri, non gli svenditori, sono certo che comprendono bene cosa intendo.
Il mantra di questo post è:sonopazziquestiimprenditori
Per oggi è tutto.