Lo so, hai pensato:"Ma cosa scrive questo pazzoide?"
Invece si, il corona virus può essere un maestro per noi, da cui imparare, molto.
Guarda la foto: è persino carino vedendolo, il bastardo, mentre si lavora per debellarlo cerchiamo di imparare da lui.
Ma cosa possiamo imparare?
Possiamo imparare che il rispetto delle regole è un dovere sociale.
Possiamo imparare tante cose nuove che potremo utilizzare nel nostro lavoro.
In queste settimane c'è e ci sarà molto più tempo per studiare, aggiornarsi e fare quelle cose che di solito diciamo che non abbiamo tempo di fare, e riusciremo a farle se siamo un pò disciplinati.
Ci potrebbero essere tante altre cose, ma queste tre sono già sufficienti a poter dire che il corona virus può essere un maestro per noi.
Il rispetto delle regole è un dovere sociale
Io sono un ottimista e cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno e in questi giorni, prima del decreto, ho lavorato in modo normale, prendendo le mie precauzioni ma in modo normale, ma vivo a Pavia e da ieri è entrato in vigore il decreto legge che puoi vedere qui pubblicato sulla gazzetta ufficiale
Ora, se prima non c'erano limitazioni per me che mi sono preso anche dell'appestato e dell'untore senza motivo, perché in quel momento non c'era motivo per ritenermi appestato, ora c'è un decreto legge da rispettare e mi devo e mi voglio adeguare.
Non vuol dire che non mi muoverò del tutto, perché ci sono dei clienti e delle situazioni che richiedono una mia presenza per cui, nel rispetto del decreto mi muoverò, ma certamente limito tutte le attività e se posso sto a casa.
Non vado alle feste, rispetto le distanze, le normative, non scendo in piazza per un concerto e cose simili, non si tratta solo di buon senso, si tratta di rispettare una legge.
Ecco, in questi giorni con le fughe vergognose da Alcatraz che abbiamo visto tutti, su tutti i media, diciamo che non abbiamo capito che rispettare le regole può convenire a noi: a volte ci servirebbe una leadership direttiva, quale quella di un decreto legge è, e non motivazionale. Lo so, è dura scriverlo e leggerlo, ma è così.
Ti racconto perché: tutti quelli che dal nord sono fuggiti al sud, oserei dire vigliaccamente e sono stati accolti a braccia aperte da mammà, cosa hanno ottenuto per poter avere una festa in più o un aperitivo in più? Guai, hanno ottenuto guai: non solo dovranno auto denunciarsi e seguire tutti i protocolli del caso ma hanno imposto la stessa cosa ai loro parenti o amici, furbacchioni. Non lo sapevi? Ora lo sai, lo puoi leggere al comma m dell'articolo 3 del decreto e comunque informandoti telefonando al 112, ti verrà confermato.
A volte l'inciviltà non paga, per fortuna.
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 22.00: mentre scrivevo questo articolo, è arrivata la conferenza stampa del nostro premier Giuseppe Conte in cui ci spiega il perché il decreto di limitazione delle libertà individuali di movimento è stato esteso a tutta Italia, guardala, c'è un passaggio in cui ha espressamente citato il fatto che la gente continuava ad andare a sciare e ad assembrarsi. Guarda qui la conferenza stampa: clicca
Qui puoi vedere l'irresponsabilità della gente che ha portato all'allargamento del decreto dell'8 marzo a tutta Italia: questo video è stato girato quando il decreto per arginare il corona virus era in vigore solo nel Nord Italia ma comunque gli assembramenti erano già vietati in tutto il paese. Guarda il video cliccando qui.
Perché è giusto che il decreto sia stato esteso in tutta Italia? Perché il fatto che il video che ti ho postato qui sopra sia stato girato a Napoli è solo incidentale: sabato sera 7 marzo, anche a Pavia, dove vivo, alle ore 23.00 sotto casa mia, nella piazza principale della città, c'era lo stesso assembramento e lo stesso atteggiamento irresponsabile. Non è una questione di nord o di sud ma una questione di coscienza civile.
Ben venga quindi una stretta, in questo momento, che limiti i movimenti se non veramente necessari.
Imparare cose nuove per il nostro lavoro
Abbiamo scoperto, grazie al corona virus, soprattutto noi piccoli imprenditori, non lo smart working, perché per noi lo smart working è difficile da digerire, diciamocelo, lo smart working è cosa da grande azienda.
Noi preferiamo avere il controllo e avere i collaboratori sott'occhio, confessiamolo ;-) non abbiamo scoperto lo smart working ma abbiamo scoperto nuovi sistemi per comunicare, per fare riunioni da remoto, per fare video conferenze più agili e costruttive.
Ecco, magari questa emergenza ci insegnerà che un pò di smart working potrebbe fare bene anche noi, anche quando l'emergenza sarà terminata.
Siamo riusciti a ingegnarci per ottimizzare parecchio e ci siamo messi a fare i conti con il futuro e con il cash flow: in questa occasione ci è drammaticamente arrivato addosso il senso di avere costi certi e non avere certezze del fatturato, questa potrebbe sembrare un'ovvietà, ma per molto di noi è una lezione appresa.
C'è molto più tempo per studiare
Ecco, sicuramente il corona virus ci permette di avere più tempo per studiare, per aggiornarci, per fare le pianificazioni che non riusciamo mai a fare.
A condizione di essere disciplinati ovviamente, perché in momenti in cui si ha più tempo si tende a cazzeggiare di più, a non focalizzarci, un pò come i nostri figli quando sono a casa da scuola e devono fare i compiti ma non ne hanno voglia.
Però, se ci discipliniamo, e possiamo farlo, certamente potremo avere un grande beneficio da questo intoppo che ci obbliga ad avere più tempo.
Ricordiamoci che questo è il tempo per programmare le nostre attività di marketing, rivedere alcune strategie, prepararci perché l'onda lunga dell'effetto virus la subiremo per qualche mese, come minimo, e dobbiamo farci trovare pronti.
Non serve a niente dire o pensare:"Oddio, ho perso l'anno, calerà il fatturato" o cose simili, certamente, potrebbe succedere, ma, in questi giorni cosa stiamo facendo per riorganizzarci? Facciamolo.
Ma perché vuoi trovare sempre il positivo anche nei disastri?
Perché è nella mia natura, è nella nostra natura di esseri umani: adattarci alle situazioni e trovare il modo per sopravvivere, né più né meno.
Perché in questa emergenza ho visto aziende e persone prodigarsi, mettere a disposizione le proprie competenze per aiutare gli altri, anche gratuitamente, perché noi italiani siamo fatti così: un pò coglioni e guasconi ma generosi, e competenti, quando serve siamo molto competenti.
In un recente articolo intitolato:"Seminiamo fiducia" qui sul blog, che puoi leggere qui ho fortemente criticato il modo di comunicare di chi ci governa e il senso di confusione che ha creato. Bene, ieri sera mi sono piaciuti, per la prima volta uniti e con il coraggio di prendere decisioni drastiche e univoche. Certamente sarà stata una giornata impegnativa e conflittuale, soprattutto per il premier Conte che si è assunto una responsabilità importante. Ma a questo punto andava fatto, è stato fatto.
Noi imprenditori ci stiamo attrezzando, ci aspettiamo un aiuto dal Governo? Certamente, ma non ci contiamo più di tanto, ci auguriamo che arrivi e io penso che arriverà, ma comunque andiamo avanti.
Il tam tam di chat, messaggi e call che ho sul mio cellulare in questi giorni, mi parla di imprenditori combattivi, che non sono rassegnati, che si stanno già preparando al dopo, che stanno facendo squadra tra loro, sapendo che il presente è fosco e buio, ma finirà. Finirà e noi saremo qui, pronti a ripartire, questo è garantito.
Perché ne sono certo? Perché io sono un imprenditore e lavoro con tanti imprenditori e mai come in questo momento li sento e li vedo: siamo noi l'anima del paese, noi, le nostre famiglie e i nostri collaboratori e, seppur un pò impanicati, non ho visto nessuno, nessuno della mia cerchia di contatti lamentarsi o inveire contro il fato.
Abbiamo un'emergenza? Affrontiamola per superarla, tiriamoci su le maniche e risolviamo. Così si fa.
Certo, questo 2020 si studierà nei libri di storia, sarà raccontato come uno di quei colpi che hanno assestato una botta pazzesca alla nostra civiltà, al nostro sistema sociale. Le ripercussioni economiche saranno importanti, ma le supereremo. Sono i cicli e i ricicli della storia e della vita.
Questo corona virus ci sta creando una ferita che ci metterà parecchio a rimarginare e lascerà una grande cicatrice, ma sopravviveremo, come abbiamo sempre fatto, e andremo avanti.
Ci riprenderemo, con competenze maggiori, con anticorpi, in tutti i sensi, più forti, perché siamo vivi, perché siamo qui, ancora in piedi.
Sì, questo bastardo di corona virus, pezzo di merda, nonostante tutto potrà essere un maestro per noi e che vada affanculo, noi no.
Il mantra di questo post è: preoccupazionesipauranoestiamouniti
Per oggi è tutto.