Incertezza e precariato

Incertezza e precariato

Nessun lavoro, come quello dell'imprenditore o del libero professionista è così precario. Nessun lavoro, come quello dell'imprenditore o del libero professionista, è così sicuro.

Non è un controsenso.

Perché è precario

Perché, ovviamente, ci giochiamo tutto, ogni giorno, senza sicurezze, se non quella di voler fare qualcosa di importante, per noi, per la nostra famiglia, per le persone che collaborano con noi.

Senza tutele, senza mutua, senza t.f.r..

Certo, con grandi opportunità teoriche ma, quando? Spesso i frutti arrivano dopo molti anni, o addirittura mai.

Mal di fegato, disturbi psico somatici, voci interne ed esterne che ti dicono:"Ma chi te l'ha fatto fare?"

A volte, quello dell'imprenditore è un lavoro terribilmente ansiogeno e schizofrenico, davvero.

Perché è sicuro

Perché, veramente, siamo artefici del nostro destino. Noi possiamo decidere come indirizzare la nostra attività, come orientarci, che tipologia di target accogliere e che tipologia di prodotto o servizio proporre.

Noi possiamo cambiare in corsa, tornare sui nostri passi, dipende da noi: siamo noi al timone.

I nostri collaboratori, paradossalmente, vivono nel precariato più duro del nostro, anche se assunti a tempo indeterminato: il loro stipendio dipende in larga misura, dalle scelte che facciamo noi.

I nostri collaboratori possono essere le persone più in gamba del mondo ma se noi facciamo scelte azzardate, stupide o semplicemente sbagliate, il loro posto di lavoro è a rischio.

Il nostro è un lavoro sicuro perché in qualsiasi momento possiamo re inventarci.

Gli imprenditori, o almeno, tanti di quelli che conosco io, me compreso, sono cintura nera 25° dan di resilienza e sanno che c'è sempre un'opportunità da cogliere o qualcosa per cui vale la pena rialzarsi dopo essere caduti, sempre.

Fare impresa è il lavoro più bello del mondo

Non importa se hai una micro impresa o una grande azienda, non importa.

Noi imprenditori siamo gli unici giudici del nostro destino.

E' vero, viviamo in un paese contraddittorio, iniquo, corrotto e sarebbe bello poter operare in un paese dove le imprese e le persone non siano vessate da branchi di burocrati incompetenti che sapessero che le imprese e i loro lavoratori sono l'unico vero motore di un paese. E' vero, non è giusto.

Possiamo continuare a lamentarci o continuare a fare, in salita, professionisti dei gran premi della montagna con salite estreme ma potendo decidere noi che impronta dare alla nostra impresa.

Ho lavorato dieci anni come dipendente e da venticinque faccio l'imprenditore, il mio è un punto di vista personale ovviamente, ma penso che, sulla base della mia esperienza di vita personale e professionale posso avere titolo per parlare.

Fare impresa è il lavoro più bello del mondo perché è l'unico in cui, il risultato, di tutti, dipende da me, dalle mie scelte, giuste o sbagliate.

Per questo abbiamo una grande responsabilità nei confronti di chi collabora con noi.

Per questo è così importante comunicare con loro, metterli a conoscenza delle nostre scelte, dare loro una visione del futuro, di quello che vogliamo fare e di come vogliamo farlo.

Un gruppo di lavoro informato è più coinvolto e motivato.

Un gruppo di lavoro che opera senza sapere dove sta andando, come e perché, sarà un gruppo che lavora al 50% delle sue potenzialità, forse anche meno.

La chiave della realizzazione dei nostri progetti, passa anche attraverso il nostro livello di comunicazione nei confronti di tutti i nostri stakeholders.

Impariamo a comunicare di più, impariamo a comunicare meglio, incertezza e precariato si combattono anche comunicando.

Il mantra di questo post è: siamonoichedeterminiamoildestinodellenostreimprese

Per oggi è tutto.

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