Un pesce rosso è più attento di un potenziale cliente, e non è una battuta.
8 VS 9 secondi
Questa è la differenza tra un umano e un pesce rosso.
La soglia di attenzione di un umano è 8 secondi, quella di un pesce rosso 9, ne possiamo dedurre che dovremmo provare a vendere qualcosa ai pesci rossi, avremmo più probabilità di ottenere attenzione da loro che non dagli umani.
Una ricerca condotta da Microsoft che nel 2015 ha intervistato in Canada 2000 persone, puoi leggere l'articolo cliccando qui, ci dice che i pesci rossi hanno una soglia di attenzione, come molti di noi sanno, di circa 9 secondi mentre noi umani l'avevamo per 8 secondi.
Considerando che nel 2000 era mediamente di 12 secondi, se nel 2015 era di 8 secondi presumo che oggi nel 2021 si sia ulteriormente abbassata.
Il numero delle informazioni e delle comunicazioni aumenta di anno in anno in modo esponenziale: abbiamo una incredibile quantità di notizie e sollecitazioni che, inevitabilmente, ci porta ad avere sempre molto meno attenzione.
Negli anni 70, quando ho iniziato a informarmi io, c'erano due telegiornali e qualche giornale, non molti.
Non avevo nient'altro per informarmi.
Giusto per la cronaca: Rai1 ha iniziato a trasmettere nel 1954, Rai2 nel 1961 e Rai3 è arrivata solo nel 1979.
Oggi, cosa abbiamo a disposizione e che tipo di overdose di comunicazione riceve la nostra mente?
Decine di migliaia di fonti di informazione sempre accessibili, h24, di tutti i tipi, in tutte le modalità, senza soluzione di continuità.
Il marketing non serve
Il marketing e la comunicazione non servono a nulla, se non sono "NOTEVOLI" ovverosia degne di nota, se non sono veloci, se non sono rapide, se non sono impattanti.
Non riusciremmo a vendere qualcosa nemmeno a un pesce rosso, figuriamoci a un umano che oggi ha la soglia di attenzione di qualche secondo.
Eppure...
Vedo presentazioni logorroiche, filmati che durano cinque minuti, storie insulse in cui si usano quattro pagine di supercazzole senza mai arrivare al punto.
Ne vedo tante così, ogni tanto ci casco anch'io e mi dilungo troppo nella prosa e nel voler essere a tutti i costi esaustivo.
Sembra quasi che molti marketer vengano pagati a numero di parole prodotte o pronunciate tanto siamo capaci di contorcimenti dialettici inutili e che non hanno nessuna probabilità di essere ascoltati dal nostro pubblico.
Esprimilo in una frase.
Non è per niente semplice ma dovremmo allenarci tanto con messaggi brevi, concisi, in cui si arriva dritto al cuore.
Soprattutto nei titoli delle nostre comunicazioni.
Il titolo è la cosa più importante di una comunicazione.
Il titolo è quello che spingerà il potenziale cliente a leggere, poi, certamente, non dobbiamo scrivere stupidaggini ma, fatto 100 il tempo che io dedico a comporre una sales letter o una mail commerciale o promozionale, la maggior parte di questo tempo la devo dedicare a studiare il titolo, perché è quello che attirerà i potenziali clienti a leggere.
Non a caso i payoff e i claim migliori sono brevissimi e impattanti dritti al centro del campo di battaglia del marketer che è la mente del nostro potenziale cliente.
Esercizio
Facciamo questo esercizio: prendiamo una nostra comunicazione e proviamo a ridurre le parole del 20% senza perderne il senso.
Prendiamo il risultato ottenuto e togliamo un altro 20%.
Procediamo così fino a che riusciamo a mantenere il senso della nostra comunicazione.
Alleniamoci a farlo: riduciamo le parole aumentando l'impatto e la valenza di quello che diciamo.
All'inizio non sarà semplice, ma allenandosi ti posso garantire che aumenterà la nostra capacità di esprimere dei concetti in modo preciso senza essere ridondati o troppo prolissi.
Ricordiamoci: il pesce rosso non compra, gli umani si.
Il mantra di questo post è: nonvendiamoaipescirossimagliumanisi