Cosa c’entra il marketing con il corona virus?
Parecchio, il marketing ci deve servire per promuovere i nostri prodotti o servizi e dobbiamo costantemente essere in contatto con il nostro mercato potenziale.
Parlare con il nostro mercato è fondamentale, se non lo facciamo qualcuno lo farà al posto nostro e spesso sarà la concorrenza a farlo.
Non parlare, non significa stare fermi, significa che abbiamo deciso di lasciare aperta la porta alle libere interpretazioni che ogni persona si fa. Perché, di fronte a un evento o un'esigenza, non ricevendo informazioni ognuno di noi cerca e trova le sue risposte.
Queste stesse considerazioni valgono anche in questo momento in cui stiamo vivendo il coronavirus.
Il caso corona virus
Ora, non voglio sottovalutare l'emergenza corona virus e nemmeno far passare il virus per una banale influenza.
E' un'influenza ma non è così banale.
Quindi con il marketing cosa c'entra?
In questi ultimi giorni ho osservato in rete un delirio di comunicazioni perlopiù allarmate e catastrofiche in merito al corona virus.
C'è l'assalto alla diligenza nei supermercati, vedo persone andare in giro con mascherine da muratore o maschere di carnevale spacciate per barriere efficaci contro il virus.
Vedo gente terrorizzata e strade deserte in posti che non sono epicentro di focolai.
Perché c'è questa psicosi collettiva?
Dove hanno preso le informazioni queste persone?
In rete, nella maggior parte dei casi attraverso articoli che usano il famigerato clickbait per acchiappare click ai quali non interessa nulla della realtà e della verità, interessa solo aumentare la propria audience.
Quindi?
Io penso che la nostra sanità funzioni e il nostro governo si stia comportando bene, quello che non funziona è la comunicazione, il marketing che si sta facendo, in merito a quella che certamente è una cosa da non sottovalutare ma non è la peste bubbonica, non è un'epidemia di meningite, non è il colera.
Se vogliamo che il nostro pubblico ci ascolti dobbiamo essere noi a comunicare per primi, non attendere che il pubblico stesso si sia fatta un'idea propria, magari falsa.
Perché se non comunichiamo, smontare film, suggestioni e paure è molto più difficile.
Vale per il corona virus, vale per il nostro business.
Informazioni chiare presuppongono anche azioni coerenti.
Nel caso del corona virus per esempio, a mio modesto parere, che senso ha vietare l'apertura dei bar in orario notturno, quando durante il giorno si lasciano aperti? Forse che il virus ha abitudini solo notturne e durante il giorno dorme? Non sarebbe meglio chiuderli durante il giorno negli orari di massima affluenza e lasciarli aperti di notte per i pochi cittadini in giro?
E poi, perché i ristoranti sono aperti? La risposta che nei ristoranti c'è meno promiscuità e i tavoli sono lontani non regge, quanti di noi, tante volte, per sedersi al ristorante devono far spostare le gente tanto sono vicini i tavoli?
Questa è una comunicazione incoerente, se ha un senso scientifico me la devi spiegare per bene, altrimenti mi mandi in confusione.
Questo qui sopra è solo un esempio, ce ne possono essere mille altri.
Il marketing dev'essere coerente
Quello che diciamo, scriviamo o raccontiamo evoca emozioni nei nostri utenti, ancor di più se poi le cose dette trovano risconto nella realtà dei fatti.
L'azione deve seguire la parola in modo sincrono.
Questo è quello che ci sta fregando con il corona virus: non c'è coerenza tra quello che viene detto e quello che viene fatto.
Noi andiamo in confusione e ognuno di noi si crea la sua personale verità.
Il nostro governo dovrebbe migliorare la sua azione di marketing e comunicazione e mi auguro che lo faccia.
Quest'emergenza passerà tra poche settimane, con l'arrivo della bella stagione e il calo delle condizioni in cui l'influenza prolifera, ma avrà creato molti danni dal punto di vista economico e di suggestione.
Cosa può insegnare a noi imprenditori il corona virus
Noi, come imprenditori, cosa possiamo imparare da queste giornate surreali?
Io una cosa me la porto a casa: se noi non documentiamo in modo adeguato le nostre scelte, i nostri prodotti, servizi e modalità operative il mercato si farà comunque un'idea di noi, un'idea che non necessariamente è la verità ma, se la maggior parte delle persone sposa un'idea, quell'idea diventa la realtà.
Come sta succedendo per il corona virus che manda informazioni attraverso i siti di clickbait, i comunicati della nota virologa Barbara d'Urso o i rinomati programmi scientifici trasmessi all'interno del Grande Fratello o della pupa e il secchione, tutte fonti d'informazione autorevoli che stanno seminando il panico tra la folla.
Facciamoci attenzione.
Il mantra di questo post è: parliamonoiperprimiinmodoautorevoleedocumentato
Per oggi è tutto